Fare i conti esatti serve a poco, soprattutto nell’ottica di un trend discendente che ancora si configura in pieno corso e del quale non si conoscono le reali potenzialità di rimbalzo. Tuttavia è interessante poter constatare quanto abbia reso finora l’investimento di El Salvador nel mondo Bitcoin: il Paese dell’America Centrale, che tramite il proprio presidente Nayib Bukele aveva proclamato piena fiducia nella principale tra le criptovalute (imponendo peraltro un investimento a tutta la popolazione tramite un wallet proprietario per trasformare la criptovaluta in moneta di corso legale), si trova infatti con crypto-asset fortemente depotenziati e tale svalutazione pesa sulle prospettive di un progetto che vuol essere in ogni caso di lungo periodo.
Ma pesa nel frattempo sulle spalle di un’economia povera e fragile, che di tutto può aver bisogno tranne che di elementi destabilizzanti. Per comprendere ciò che sta accadendo, bisogna partire dal primo investimento dello scorso mese di settembre, quando El Salvador acquistò 550 Bitcoin ad un prezzo di circa 50 mila dollari: la scelta non fu portata avanti in uno dei momenti di minor valore, dunque con una scelta che non svelò buon tempismo. Pochi giorni più tardi ulteriori 150 Bitcoin entravano nel portafoglio di Stato ad un prezzo di circa 50 mila dollari cadauno.
Quei due acquisti costarono circa 32 milioni di dollari al Paese e oggi, con il valore sceso a 27 mila dollari, quel portafoglio non vale più di 20 milioni di dollari. -30% nel giro di pochi mesi. -10 milioni in un Paese che ha l’economia a picco e un profilo economico tremendamente fragile. Numeri che devono fare riflettere, soprattutto alla luce delle proteste di quanti scesero in piazza contro l’introduzione del corso legale del Bitcoin.
“Buying the dip”
Al grido di “buying the dip“, Bukele portò avanti ulteriori acquisti. Il valore è sceso? Nessun problema: citando Steve Jobs, Bukele ha spiegato che 1 BTC=1 BTC e dunque la cosa più importante è guardare dove arriverà la criptovaluta e non soffermarsi sulle difficoltà “temporanee” che il comparto sta attraversando.
Almost a year ago… https://t.co/aRbaEyoRqj
— Nayib Bukele (@nayibbukele) May 12, 2022
Nel tempo, infatti, El Salvador ha continuato ad acquistare, a cifre spesso ancor più elevate. L’ultimo acquisto è arrivato nelle ore scorse: 500 Bitcoin comprati al prezzo di 30.744 dollari significano ulteriori 15,3 milioni di dollari investiti, ma il calo ulteriore della valuta ha portato quest’ultimo sforzo ad una ulteriore perdita di 1,5 milioni nel giro di pochi giorni.
Il calcolo complessivo perde di valore in questa cornice perché ben più importante è l’orizzonte. Quello del presidente Bukele è un orizzonte stellato che porterà El Salvador nell’Olimpo delle crypto; quello della popolazione è uno scorcio nebuloso e tetro nel quale si perdono sia milioni che stabilità. Se il Bitcoin rimbalzerà, il “buying the dip” salverà l’esperimento del Presidente, in caso contrario potrebbe decretarne l’inizio di importanti difficoltà e la Banca Mondiale in tal caso alzerà le mani con un prevedibile “noi ve lo avevamo detto“.
Ma del resto il ragionamento di Bukele è lo stesso di tutti coloro i quali in queste ore stanno pensando di aprire un wallet per riempirlo di Bitcoin e attendere il rimbalzo. Il potenziale è alto, così come è alto il pericolo. Ma El Salvador guarda lontano dall’alto del proprio wallet da quasi 1800 BTC: “buying the dip“.