Da qualche ora il mining di Bitcoin non è più un’operazione redditizia come in passato: è avvenuto il terzo “halving”, evento che ha di fatto dimezzato il valore di ogni singolo blocco generato, portandolo da 12,50 BTC a 6,25 BTC. È successo nella serata di ieri, poco dopo le 21.00 in Italia.
Bitcoin, terzo halving: valore dimezzato per il mining
Accade in seguito alla creazione di 210.000 blocchi, circa una volta ogni quattro anni: fin qui nel 2012 (da 50 a 25 BTC), nel 2016 (da 25 a 12,50 BTC) e ora nel 2020. Un’operazione prevista e fondamentale perché il progetto Bitcoin possa continuare a evolvere come pensato in origine da Satoshi Nakamoto, arrivando a generare in ultima istanza non più di 21.000.000 BTC (si stima intorno al 2140). Al momento ne sono stati messi in circolazione circa 18.370.000.
Il valore della criptovaluta non ha immediatamente risentito del terzo halving, mentre quelli precedenti avevano innescato una forte impennata del prezzo. Non è comunque da escludere che qualcosa si possa muovere a breve in tale direzione: è previsto che in conseguenza al dimezzamento dei profitti i responsabili del mining scelgano di interrompere le operazioni o di dedicare le loro macchine ad altre finalità.
Come abbiamo scritto più volte anche su queste pagine, si tratta di un’attività costosa, soprattutto dal punto di vista energetico: uno studio condotto nel luglio dello scorso anno afferma che per mantenere operativa la blockchain alla base di Bitcoin si consumi più elettricità di quanta ne richiedano i quasi 9 milioni di abitanti della Svizzera.