Nel corso di un’intervista rilasciata a CNBC, Ray Dalio (fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund al mondo con asset per oltre 140 miliardi di dollari) ha parlato dell’impegno della Cina finalizzato alla creazione di uno yuan digitale e di come una moneta di questo tipo andrebbe a posizionarsi nei confronti di Bitcoin.
Bitcoin, yuan digitale e dollaro: la parola a Ray Dalio
Sebbene per diversi motivi la moneta 2.0 della banca centrale di Pechino non sia equiparabile a BTC per chi guarda a questo ambito alla ricerca di asset su cui investire potrebbe diventare un riferimento a livello globale, ancor più che la sua controparte statunitense al vaglio della Federal Reserve.
Ciò che la Cina sta facendo è digitalizzare la sua valuta, così da mantenerne il controllo nonostante la natura digitale. Comporta parecchi vantaggi rispetto alla versione tradizionale.
Digital yuan will be a 'viable alternative' for many investors, said @RayDalio, co-chairman and co-cio of Bridgewater Associates, as he explained how the digital yuan may compete with bitcoin. pic.twitter.com/ZIB5vcEb8n
— CNBC International (@CNBCi) May 31, 2021
In breve, ad oggi il dollaro rimane la valuta di riferimento, ma le politiche attuate da Washington e l’accelerazione cinese per la creazione di una CBDC (Central Bank Digital Currency) sarebbero potenzialmente in grado di cambiare le carte in tavola, soprattutto in vista di un’attenzione del grande pubblico sempre più rivolta a questo territorio: gli investitori, grandi e piccoli, potrebbero destinare i propri capitali a monete controllate dalle banche centrali in alternativa alle crypto.
Penso sia necessario valutare come lo yuan, nella sua forma digitale, andrà a competere con Bitcoin. Credo che, nel caso di una internazionalizzazione dello yuan digitale accompagnata da un tasso di interesse appropriato sulla base del valore, costituirebbe un’alternativa valida per molte persone.
Secondo Dalio, questo porterebbe con sé alcune problematiche relative soprattutto alla privacy, ma (traduciamo letteralmente) ad ogni modo non c’è più molta privacy
. Il fondatore di Bridgewater Associates si dichiara comunque ottimista in merito al futuro debutto di un dollaro digitale gestito dagli Stati Uniti.