Il Governo degli Stati Uniti d’America non ci ha pensato due volte. Per risolvere la più grande truffa di BitConnect ha avviato un maxi sequestro pari a 56 milioni di dollari in criptovalute. Da dove arriva tutto questo denaro? Sembra sia stato Glenn Arcaro, colui che si definisce il “promotore numero uno di BitConnect”, a volerlo cedere. In pratica avrebbe concesso al Dipartimento di Giustizia la vendita dei suoi guadagni per poter rimborsare le vittime di questa terribile truffa. Scopriamo insieme i dettagli della vicenda.
BitConnect: sequestrati 56 milioni di dollari in crypto per rimborsare le vittime
Secondo una stima fatta dalla Securities and Exchange Commission, BitConnect avrebbe raccolto investimenti per un totale di 3 miliardi di dollari. La promessa era un bot speciale in grado di generare profitti incredibilmente vantaggiosi dal trading in criptovalute. In pratica i sostenitori presentavano BitConnect come un sistema sicuro per investire in crypto senza doverle acquistare. In più il vantaggio di avere una piattaforma sicura in grado di fare tutto autonomamente. Peccato però che col tempo si è rivelato l’esatto contrario, anzi un vero e proprio sistema di Ponzi camuffato.
Infatti con i soldi dei nuovi investitori, BitConnect pagava i vecchi. Nel frattempo i sostenitori di questo sistema guadagnavano su questi spostamenti convincendo nuovi investitori a credere nel progetto. Tra questi c’era proprio Arcaro che si è poi costituito come parte colpevole della truffa. Il suo impegno era quello di spingere le persone a credere in BitConnect e così investire. La sua fantasia lo ha portato a realizzare e pubblicare tantissimi video che effettivamente mettevano fiducia.
Dal maxi sequestro operato dal Governo Americano verranno rimborsate tutte le vittime non in criptovalute, bensì in dollari. Occorre tenere presente che BitConnet ha sempre eseguito i suoi scambi trasformando il dollaro in Bitcoin. Infatti sarebbe complicato, per gente comune, riconvertire i bitcoin in dollari. Inoltre il Governo degli Stati Uniti d’America ha realizzato un sito web dedicato alle vittime dove potranno fare richiesta di risarcimento a seguito della condanna ufficiale di Arcaro. La sentenza è prevista per gennaio 2022.