Quanto si guadagna con l’attività di mining di BitCoin ? Stando a quanto riportato dalla Cnbc tantissimo. E le cifre guadagnate da uno dei player cinesi più attivi nella redditizia attività sono una conferma. La Bitmain con base a Pechino avrebbe ottenuto un risultato operativo di 4 miliardi di dollari nel 2017 . Una cifra che secondo gli analisti della statunitense Bernstein ha superato (e di molto) il risultato di un altro gigante dell’elettronica, la Nvidia. L’azienda si è dovuta “accontentare” di fermarsi a quota 3 miliardi, sempre secondo le stime.
Ma chi è la Bitmain? Si tratta di una azienda cinese proveniente dal mondo delle start-up. Fondata nel 2013 da Micree Zhan e Jihan Wu si è fin da subito specializzata nella produzione di cripto moneta (che ricordiamo vincolata ad un elevato consumo di energia elettrica), fino ad occuparsi in tempi più recenti dello sviluppo di chip per l’intelligenza artificiale. Quel che fa sorprendere è l’ elevata spinta di crescita che l’azienda ha realizzato . Gli analisti fanno infatti notare che: “Bitmain ha raggiunto questo obiettivo in soli quattro anni, mentre a Nvidia sono serviti 24 anni per arrivare qui”.
Bitmain ha capito fin dai primordi che si sarebbe trattato di una operazione redditizia e per questo ha concentrato il suo business proprio nelle attività di mining. Sia facendolo da sé, sia producendo application specific integrated circuit (dette asic) da vendere ad altri interessati al business e ad una riduzione dei tempi e dei consumi. Ma Bitmain è stata tra le prime a capire anche che l’unione fa la forza, quindi ha saputo vendere servizi di mining pool , ovvero condivisione di macchine per la produzione dei Bitcoin ricevendo denaro da quanto vogliono “proporsi” per la vendita della loro energia. Sapendo cavalcare l’onda l’azienda è arrivata oggi a detenere tra il 70 e l’80 per cento delle quote di mercato dell’attività di produzione.
L’astuzia di Bitmain per rimanere sempre vivace sul mercato è stata di adattare i suoi prezzi all’andamento del Bitcoin . Quindi se la valuta perde valore, è possibile comunque non perdere “clientela” che infatti dovrà sostenere costi più ridotti. La politica commerciale cosiddetta win-win. Va bene al cliente, va bene all’azienda.
Gli analisti hanno fatto notare inoltre, che Bitmain ha sempre tenuto aggiornata la sua tecnologia, nel tentativo di mantenere sempre la massima affidabilità, ma anche contando un maggior risparmio energetico. Il passaggio ad esempio a chip costruiti con tecnologia a 7 nanometri è un esempio di questa strategia. L’azienda sarebbe addirittura tra le prime 5 aziende per acquisto e uso di chip di nuova generazione.
Evidentemente le altalenanti vicende sulla regolamentazione del Bitcoin sta creando disagi nel mercato della cripto moneta (che ha avuto a che fare con una volatilità in alcuni casi esagerata nelle ultime settimane). Sapendo che dipendere dal volere di un unico governo (e particolare come quello cinese ) potrebbe comportare rischi per la crescita, Bitmain ha scelto di aprire delle filiali anche in Israele (aprile scorso) e si appresta ad aprire anche in Canada e Svizzera. L’azienda sta dando dimostrazione di sapere come muoversi in questo mercato tanto rischioso quanto pieno di opportunità.
Mirko Zago
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