Roma – Bistream, neutralità della rete e competitività del mercato italiano della banda larga sono i comuni denominatori di due appelli che Anti Digital Divide e AIIP hanno formulato parallelamente in direzione dell’ Agcom in vista dell’incontro dell’Autorità con il Governo che avrà come oggetto l’introduzione dell’offerta bitstream da parte di Telecom Italia .
“Alice 20 Mb viola la neutralità della rete, ha bassi standard di qualità e si basa su walled garden, recinti che danneggiano gli operatori alternativi e gli utenti”. Così Anti Digital Divide definisce l’offerta dell’incumbent ponendo all’attenzione di Authority e Governo il fatto che Telecom non rispetterebbe i termini della sentenza del TAR che stabiliva il blocco della commercializzazione dell’offerta Alice 20 Mb.
ADD tocca anche l’argomento “costi”: una delibera Agcom di un anno fa prevede che l’incumbent fornisca un modello di offerta all’ingrosso chiamata Bitstream, applicando prezzi orientati sui costi effettivamente sostenuti per la rete . Solo ora, sottolinea l’associazione, “sembra che Telecom si sia decisa a presentare tale offerta e che l’autorità garante stia per approvarla. Anti Digital Divide, oltre che velocizzare il più possibile l’adozione dell’offerta bitstream, chiede al Governo e ad Agcom di prendere un forte impegno per garantire la neutralità della rete, di dare spiegazioni del perché nonostante la sentenza del TAR, Telecom continui a commercializzare alice 20 Mb, sul perché si permette a Telecom, che è un operatore con significativo potere di mercato, di creare dei recinti e svantaggiare utenti e operatori, rete IP chiusa, servizi che funzionano solo con apparati forniti da Telecom (modem, router, videotelefono ecc), telefonate gratis solo verso i clienti Telecom”.
ADD torna infine a chiedere lo scorporo della rete fissa, segnalando inoltre come, dall’indagine effettuata dalle forze dell’ordine sulle intercettazioni, sia emerso che “oltre a politici, giudici e migliaia di cittadini, anche le autorità garanti sono state intercettate. Ci chiediamo se non sia il caso di cominciare a sospettare qualcosa, visto che le autorità sembrano più impegnate a proteggere il monopolio Telecom, che a difendere i diritti degli utenti, rallentando il processo di liberalizzazione invece di velocizzarlo”.
Quasi contemporaneamente, anche il nuovo presidente dell’AIIP, Marco Fiorentino, ha scritto un appello sugli stessi temi, che è stato pubblicato sul blog di Beppe Grillo , che ne ha aumentato visibilità e risonanza. Nella sua lettera aperta, Fiorentino descrive i “mali” di cui soffre Internet in Italia: “la copertura territoriale è limitata, ancora assente in numerose aree, mentre i prezzi rimangono tra i più alti d’Europa. Come se non bastasse, la nostra rete ATM è vetusta e satura al punto che nemmeno Telecom individua più un interesse a farci investimenti sopra”.
Il presidente AIIP confronta l’arretratezza del broadband della Penisola con l’avanguardia di Paesi orientali come Corea e Giappone, ma anche di realtà europee come la Danimarca, che detiene “il primato di avere il maggior numero di linee a larga banda per abitante” e nel cui mercato l’offerta bitstream è già una realtà consolidata che ha portato il vantaggio della crescita del mercato e dell’apertura della concorrenza, dal momento che il bitstream consente “di non duplicare la rete dove gia c’è, liberando risorse per portare Internet dove manca”.
“Ecco spiegato – considera Fiorentino – perché decidere oggi i prezzi di vendita che Telecom applicherà agli operatori per l’offerta bitstream, è un fatto non banale, che ha richiesto decine di riunioni e chilometri di carta, di lettere, di spostamenti e di continui rinvii”.
D.B.