Bram Cohen non è nuovo alle sfide impossibili: il ventinovenne newyorchese ha imparato a programmare in BASIC all’età di cinque anni finendo per rivoluzionare (un po’ di anni dopo) il mondo del file sharing con la creazione di BitTorrent. Ora Cohen si preparerebbe a una nuova, impegnativa missione, vale a dire adattare il suo protocollo dalle “magiche” virtù velocistiche a campi applicativi che prevedono la presenza di un flusso video trasmesso in tempo reale.
Già da tempo in realtà l’industria è impegnata a risolvere i problemi connessi a una trasmissione in streaming basata su un’architettura P2P, con Tribler a rappresentare l’esempio più in vista della supposta rivoluzione della condivisione tra pari del video in diretta. Cohen, lo ha espresso chiaramente in un messaggio su Twitter , intende stracciare le “ridicole” performance del client/player europeo e raggiungere il traguardo dei 5 secondi massimi di ritardo prima dell’avvio della trasmissione.
“Penso ci sia un larghissimo mercato per lo streaming live in generale – ha detto Cohen in un’intervista concessa a TorrentFreak – e finora nessuno ha provato che una soluzione P2P può soddisfare i requisiti che il mondo chiede per essere considerata una soluzione live accettabile. Io intendo cambiare tutto questo”. Passando dalla teoria alla pratica, però, è lo stesso coder a rimarcare che le difficoltà da affrontare e risolvere non sono affatto poche.
“Trasmettere in diretta nella giusta maniera è un problema tosto – dice Cohen – e anche se potrei realizzare qualcosa di funzionante in un tempo relativamente breve, sto facendo tutto nel modo giusto “, vale a dire osservando da vicino i benchmark significativi della potenziale piattaforma (latenza, banda aggiuntiva necessaria, percentuale di offload ) e facendo girare “in continuazione simulazioni realistiche per avere una buona idea di cosa sono e come ottimizzarle”.
Riguardo alla presunta necessità di registrare il buffer del flusso live per qualche minuto almeno, pena la perdita di una grossa fetta di banda di upload secondo quanto sostengono alcuni, Cohen è sprezzante e dice che “una latenza inferiore non richiede banda extra, ma soltanto che tutto venga progettato dalle fondamenta con l’obiettivo di una bassa latenza in mente”.
Nel progettare la sua nuova soluzione Cohen starebbe poi tenendo conto anche delle esigenze degli Internet provider , da anni sul piede di guerra per il (presunto) degrado del servizio a causa dell’ingente traffico P2P su rete BitTorrent. “I requisiti di bassa latenza sostanzialmente precludono l’impiego di qualsiasi algoritmo competitivo – dice il programmatore – e io seguirò un approccio di tipo cooperativo” perché il suddetto “fa un ottimo lavoro nello sfruttare ogni piccolo bit della capacità di upload disponibile su tutti i peer, e lo fa con le stesse proprietà ISP-friendly del protocollo UTP ” implementato nel client uTorrent .
Alfonso Maruccia