Hong Kong (Cina) – Non era mai accaduto prima e il fatto che la polizia cinese abbia messo agli arresti per la prima volta un cittadino di Hong Kong viene interpretato come un segnale importante della decisione delle autorità locali di combattere la pirateria, tuttora dilagante nelle strade e nei negozi.
Tre giorni fa il dipartimento degli Affari commerciali di Hong Kong ha deciso di arrestare una donna di 38 anni dal cui computer sarebbe partita la condivisione tramite BitTorrent di una serie di film protetti dal diritto d’autore.
Stando ad un portavoce del Dipartimento, l’utente, della quale non è stato diffuso il nome, avrebbe partecipato ad un sito dedicato ai link torrenti e avrebbe così consentito ad altri utenti di scaricare film come “Pianeta rosso” e “DareDevil”.
Al momento, la donna risulta fermata e il suo arresto deve ancora essere confermato. Stando al Dipartimento le indagini sono in corso sia per stabilire l’esatta dinamica dei fatti sia per capire quanti sono gli utenti che tramite quei link possono essere entrati in possesso di una copia di quei film, un dato certo non facile da ottenere.
Nel caso in cui la donna sia riconosciuta colpevole, potrebbe finire dietro le sbarre per quattro anni e subire una multa equivalente a circa 3500 euro per ogni copia di film diffusa senza autorizzazione.
Va detto che l’operazione che ha portato al primo arresto ad Hong Kong nel mondo del file sharing suona alle orecchie più smaliziate come una mossa dal sapore vagamente propagandistico. Nonostante le molte dichiarazioni del regime pechinese, che ha fatto di tutto per essere ammesso nell’Organizzazione mondiale del Commercio, la città un tempo colonia inglese viene ancora ritenuta il cuore della distribuzione pirata cinese anche per quanto riguarda i film di Hollywood, da dove la nuova situazione è seguita con ansiosa partecipazione. Sia per il mercato nero locale sia per quello alimentato dal turismo e dal traffico internazionale, Hong Kong infatti rimane un vero e proprio paradiso della pirateria, una reputazione che Pechino ha bisogno di cancellare.