Roma – Tanto rumore hanno fatto, le accuse recentemente emerse nei confronti di BlackBerry e del suo presunto “collaborazionismo” con la polizia canadese (RCMP) nella decodifica dei messaggi degli utenti , che il CEO dell’azienda ha sentito il bisogno di intervenire direttamente sulla faccenda con un messaggio pubblicato sul blog corporate .
Senza giri di parole, John Chen riafferma il principio che da tempo guida BlackBerry e che prevede la collaborazione con le autorità quando ci si trova davanti a una richiesta di accesso legale e ben motivata. Tutte le aziende dovrebbero fare ciò che è giusto, spiega Chen, mentre le corporation che dimostrano di valutare la propria reputazione molto di più del bene superiore non avrebbero un comportamento civile.
L’ultima bordata, neanche a dirlo, riguarda molto da vicino Apple e la sua decisione di scontrarsi in maniera diretta con l’FBI per l’accesso ai dati dell’iPhone di un sospetto terrorista, e il CEO di BlackBerry dice chiaramente di voler stare dalla parte di chi piuttosto quell’accesso lo avrebbe fornito volentieri per far procedere più speditamente l’indagine.
Il messaggio di Chen riafferma un principio ma non conferma né smentisce il coinvolgimento dell’azienda nel caso descritto dalle cronache recenti, un’investigazione della RCMP su un delitto di criminalità organizzata di alto profilo che ha portato all’intercettazione di oltre un milione di messaggi attraverso un server fasullo.
Chen tiene in ogni caso a ribadire l’inviolabilità del servizio BES, sistema crittografico per le comunicazioni sicure gestito autonomamente dalle singole aziende che, sempre secondo le succitate cronache, non sarebbe stato oggetto di “attenzioni” da parte di RCMP o di altre autorità nazionali.
Alfonso Maruccia