BlackBerry non rinuncerà a competere sul mercato dell’hardware, non rinuncerà ad apporre il proprio marchio sugli smartphone, ma ridimensionerà sensibilmente i propri investimenti: nel corso dell’ annuncio dei risultati trimestrali l’azienda canadese ha comunicato che la produzione di dispositivi verrà portata avanti da terzi.
Dopo aver scommesso con decisione su Android e dopo il recente accantonamento del modello Classic, sono proprio i risultati finanziari a mostrare la necessità di un cambio di strategia : l’ inesorabile parabola discendente delle entrate, tenute a galla dalla divisione software, il margine incosnistente a fronte di investimenti cospicui che prevede il comparto hardware ha spinto BlackBerry a percorrere con più decisione la strada dell’ outsourcing per i propri dispositivi.
“L’azienda – ha dichiarato il CEO John Chen – prevede di porre fine a tutta la produzione interna di hardware e di affidarla in outsourcing”. Quella dell’azienda canadese è una scelta che non sorprende: già nel 2013 erano stati annunciati degli accordi con Foxconn ; il recente dispositivo DTEK50 è prodotto da TCL , l’azienda cinese proprietaria di Alcatel. Era poi stato lo stesso CEO Chen a ventilare questa possibilità esattamente un anno fa : l’obiettivo di vendere 5 milioni 3 milioni di smartphone nel giro di 12 mesi non è evidentemente stato raggiunto. Le stime relative alle vendite indicano una quota che non raggiunge le 500mila unità, e le analisi delle quote di mercato sono altrettanto impietose .
Se l’abbandono dell’hardware e la sparizione del glorioso marchio dagli smartphone non è cosa ancora conclamata , gli obiettivi sono definitivamente cambiati nel corso degli ultimi anni, e la Borsa mostra di apprezzare . “Ci stiamo concentrando sullo sviluppo del software, di soluzioni per la sicurezza e applicazioni” spiega Chen: soluzioni da integrare in propri prodotti e da concedere in licenza. BlackBerry le vuole proporre anche sul terreno fertile dei mercati emergenti , come dimostra l’ accordo appena siglato con la joint venture indonesiana PT BB Merah Putih.
Gaia Bottà