Mentre la strategia della ripresa si sta ancora dispiegando , BlackBerry presenta i risultati trimestrali conseguiti al 30 maggio 2015: a supportare l’azienda canadese c’è il business dell’immateriale, tra software, servizi e accordi di licensing.
A fronte di perdite nette di 28 milioni, contenute rispetto ai 60 milioni dello scorso anno, 68 milioni di dollari vale l’utile di BlackBerry al netto delle imposte, triplicati rispetto a un anno fa , a confermare e consolidare le tendenze evidenziate nell’ ultima trimestrale , che ha segnato il ritorno al profitto dopo anni bui che hanno costretto l’azienda a reinventare il proprio business.
I ricavi, che non hanno saputo allinearsi con le previsioni degli analisti, si contano in 658 milioni di dollari, in deciso calo rispetto ai 966 milioni del periodo corrispondente dello scorso anno. BlackBerry riferisce che il 40 per cento è da attribuire al comparto hardware, in continua contrazione con 1,1 milioni di smartphone venduti ad un prezzo medio di 240 dollari: nulla a che vedere con i fasti del passato, anche se la canadese conta sui quattro terminali di cui si è previsto il lancio sul mercato nel corso del 2015, e sui nuovi accordi con altri produttori oltre a Foxconn, con cui l’azienda già collabora.
Il 38 per cento dei ricavi, invece, afferisce al comparto dei servizi, mentre il 21 per cento è costituito dal software e dal licensing di brevetti, in crescita del 150 per cento rispetto al trimestre corrispondente dello scorso anno, direttrice che guida BlackBerry verso il nuovo corso del suo business. A dimostrarlo , l’accordo di cross licesing stipulato con Cisco e con una terza azienda che ha scelto di rimanere nell’ombra, che se da un lato è indice dell’interesse di BlackBerry ad investire nel settore, dall’altro non consente di soppesare il valore della crescita conseguito nel primo trimestre.
Gaia Bottà