Quello di BlackBerry è un epilogo alquanto triste e che nessuno avrebbe saputo prevedere o immaginare un decennio fa o poco più. Dal vertice del mercato mobile al dimenticatoio, passando attraverso una serie cessioni, tentativi di rilancio andati a vuoto e scelte discutibili. Ora l’ultimo capitolo della storia: OnwardMobility non è più in possesso della licenza per lo sfruttamento del marchio.
OnwardMobility perde il brand BlackBerry
Ciò significa che non vedremo mai arrivare sugli scaffali quello smartphone 5G promesso nel 2020 e previsto nei negozi entro il 2021. All’annuncio iniziale non è mai seguito il rilascio di alcun comunicato né immagine del dispositivo. Stando ai rumor (mai confermati), sarebbe stato caratterizzato da un design simile a quello del modello Priv con sistema operativo Android, lanciato nel 2015 e visibile quo sotto.
Dal 2020 a oggi è giunta solo qualche rassicurazione sul work in progress, l’ultima poco più di un mese fa. Negli stessi giorni, i device con piattaforma OS 7.1, 10 e OS 2.1 hanno perso il supporto a servizi basilari quali chiamate e messaggistica.
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Tutto cancellato, secondo una fonte divenuta negli anni vero e proprio punto di riferimento per la community di utenti e appassionati del brand: Kevin Michaluk, fondatore di CrackBerry. Tra le ragioni che sembrano aver decretato la fine del progetto figurerebbero alcune problematiche legate alla fornitura delle componenti (non è dato a sapere se a causa delle crisi dei chip) e un ripensamento del CEO John S. Chen.
Dal team di OnwardMobility non sono giunti update in merito. Restando in tema, solo un paio di settimane fa un pacchetto di brevetti controllati da BlackBerry è stato ceduto a Catapult IP Innovations, a fronte di un investimento quantificato in 600 milioni di dollari. Si tratta di proprietà intellettuali legate a dispositivi mobile, messaggistica e tecnologie di networking.