Con l’avvento del nuovo anno BlackBerry avrebbe dovuto sospendere i propri servizi BlackBerry Enterprise Service (BES) in Pakistan, decisa nel sottrarsi alle pretese del governo locale, che avrebbe voluto accedere ai dati e ai contenuti scambiati dagli utenti, a dispetto delle garanzie che l’azienda canadese offre ai propri clienti. Le autorità locali, dopo un periodo di negoziazioni e un braccio di ferro durato mesi, hanno desistito: BlackBerry continuerà ad operare nel paese.
Era il mese di luglio quando l’autorità per le telecomunicazioni pakistana (PTA) aveva manifestato l’urgenza della sospensione di BES: le motivazioni, si sospettava, erano legate al sistema di cifratura che protegge i servizi di comunicazione forniti dall’azienda, ritenuti troppo inaccessibili per le solite esigenze di tecnocontrollo nel nome della sicurezza nazionale.
L’azienda ha così ingaggiato “negoziazioni produttive” con le autorità pakistane, ora convinte a revocare l’ordine di sospensione. “Siamo grati alla autorità per le telecomunicazioni pakistana e al governo pakistano per aver accettato la posizione di BlackBerry, che non può fornire i contenuti del traffico degli utenti mediato da BES, né può fornire accesso ai server di BES”, ha spiegato il COO di BlackBerry.
L’azienda canadese, che nel 2013 aveva concesso all’India libera intercettazione per le comunicazioni, fatta eccezione per la piattaforma aziendale BES, ha evidentemente ritenuto di dover dare seguito ai propri impegni in termini di privacy, elemento su cui l’azienda ha negli ultimi anni fatto leva per tentare di risollevare la propria posizione sul mercato .
Gaia Bottà