Si presentava come una protesi per iPhone, volta ad assemblare un ibrido con tastiera fisica, modellata su quella che ha garantito per anni il successo di BlackBerry. Typo Products, l’azienda foraggiata da un manipolo di celebrità statunitensi che aveva lanciato il prodotto al CES 2014, dovrà corrispondere all’azienda canadese oltre 860mila dollari.
BlackBerry aveva sporto denuncia a ridosso del lancio per una presunta violazione di tre brevetti che descrivono le tecnologie , le funzioni e il design della tastiera che ancora ammicca agli utenti che male sopportano i sistemi touch.
Nel giro di un paio di mesi i tribunali avevano riconosciuto all’azienda canadese le proprie ragioni e avevano emesso un’ingiunzione che impediva a Typo di commercializzare il proprio dispositivo. Ma Typo Products, oltre ad attrezzarsi per proporre agli utenti Typo 2, un nuovo modello che si distinguesse dal precedente e schivasse gli abusi della proprietà intellettuale di BlackBerry, aveva esitato a ritirare dagli scaffali il primo esemplare della tastiera: BlackBerry per questo motivo aveva chiesto sanzioni per 2,6 milioni di dollari.
La giustizia statunitense ha riconosciuto ora che siano stati venduti all’incirca 19mila unità della prima versione della tastiera, a dispetto dell’ingiunzione. BlackBerry, secondo il tribunale, non avrebbe però saputo offrire una stima giustificata e precisa dei danni subiti dalla commercializzazione delle tastiere per iPhone: per questo motivo Typo dovrà pagare solo una frazione di quanto richiesto dalla denunciante. La cifra è stata individuata sulla base delle entrate illecite di cui Typo avrebbe goduto in seguito all’ordine di blocco emesso a marzo 2014.
Gaia Bottà