Blackout Challenge: TikTok in tribunale negli USA

Blackout Challenge: TikTok in tribunale negli USA

TikTok è responsabile dei video suggeriti dall'algoritmo (mostrati nella pagina Per Te), quindi dovrà rispondere in tribunale della morte di una bambina.
Blackout Challenge: TikTok in tribunale negli USA
TikTok è responsabile dei video suggeriti dall'algoritmo (mostrati nella pagina Per Te), quindi dovrà rispondere in tribunale della morte di una bambina.

Il tribunale di appello della Pennsylvania ha stabilito che TikTok non può sfruttare lo scudo legale della Section 230 del Communications Decency Act (1996). L’azienda cinese è quindi responsabile dei contenuti suggeriti nella pagina For You (Per Te), in questo caso dei video sulla tristemente nota Blackout Challenge. Al momento non risulta una dichiarazione ufficiale di TikTok.

TikTok non gode dell’immunità

Le cosiddette “challenge” su TikTok sono molto popolari tra gli adolescenti. La maggioranza di esse sono normali sfide di ballo, canto e altre abilità. Alcune sono piuttosto pericolose, in quanto i più piccoli non si rendono conto delle conseguenze. La Blackout Challenge spingeva gli utenti a soffocarsi con corde, stringhe o altro. Purtroppo, solo negli Stati Uniti, sono morti sette bambini nel 2021. Secondo Bloomberg, il numero totale è almeno 15. In Italia è morta una bambina di 10 anni a Palermo.

I genitori di una bambina della Pennsylvania hanno denunciato TikTok, in seguito alla morte della figlia di 10 anni. L’azienda cinese aveva dichiarato che la ricerca di questi video è stata bloccata. Il tribunale di primo grado ha dato ragione all’azienda cinese, in quanto non è responsabile dei contenuti pubblicati dagli utenti sulla base dell’immunità sancita dalla Section 230.

Il tribunale di appello ha annullato la decisione (il caso deve essere nuovamente esaminato in primo grado) perché i video della suddetta challenge venivano mostrati nella pagina For You (Per Te). TikTok è quindi responsabile in quanto i video sono suggeriti dall’algoritmo, non cercati dagli utenti. In questo caso, l’azienda non ha un ruolo di semplice intermediario, ma promuove attivamente i contenuti pericolosi.

Fonte: The Verge
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Pubblicato il
29 ago 2024
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