Caso risolto: MainOne si assume la responsabilità per quanto accaduto tra lunedì e martedì, quando in gran parte del mondo alcuni servizi erogati da Google sono risultati inaccessibili per gli utenti. Con un breve comunicato l’ISP nigeriano afferma di essersi imbattuto in un errore di natura tecnica durante un upgrade programmato del proprio network.
La posizione di MainOne
Un intoppo che ha provocato come conseguenza una reazione a catena, finendo per direzionare una parte considerevole del traffico destinato ai server di Google verso il gateway di China Telecom (partner di MainOne), transitando dall’ISP TransTelecom con base in Russia.
Ecco quanto si legge sul blog del provider, che in un post si assume la responsabilità per quanto accaduto, sottolineando come non vi siano state gravi conseguenze per le piattaforme del gruppo di Mountain View e per i dati degli utenti. MainOne afferma inoltre di essere al lavoro per garantire che un problema di questo tipo non si verifichi nuovamente.
Nelle prime ore di martedì, MainOne ha incontrato un problema tecnico durante l’upgrade al network programmato e l’accesso ad alcuni servizi Google ne ha risentito. Abbiamo immediatamente corretto la situazione e stiamo facendo tutto ciò che è necessario per assicurarci che non accada di nuovo. Si è trattato di un nostro errore e non abbiamo prove che i servizi di Google siano stati compromessi.
In un tweet viene chiarito che il problema ha riguardato un’errata configurazione dei filtri BGP ed è stato risolto in un lasso di tempo quantificato complessivamente in 74 minuti.
We have investigated the advertisement of @Google prefixes through one of our upstream partners. This was an error during a planned network upgrade due to a misconfiguration on our BGP filters. The error was corrected within 74mins & processes put in place to avoid reoccurrence
— MainOne, Solutions by Equinix (@Mainoneservice) November 13, 2018
La vulnerabilità della Rete
Nessun attacco, nessun tentativo malevolo di sottrarre dati degli utenti e informazioni riservate, dunque. Ciò detto, l’accaduto assume i connotati di un monito utile per comprendere quanto la intricata, complessa e delicata infrastruttura sulla quale poggia ogni comunicazione online sia vulnerabile all’azione di un singolo, che in modo volontario o meno è in grado di comprometterne il corretto funzionamento e la stabilità, con ripercussioni che si manifestano a livello globale.
Da Google intanto non giungono dichiarazioni in merito. Il gruppo ha comunicato ieri l’avvio di un’indagine interna con l’obiettivo di identificare l’esatta dinamica dell’evento, senza però comunicare quanto abbia impattato sull’utenza né se vi siano conseguenze non ancora venute alla luce.