Che alla software house californiana Blizzard non piacciano affatto cheater e cracker è cosa sufficientemente nota. Già alla metà dello scorso settembre, il martello dell’interdizione era calato su tutti quei giocatori sorpresi a barare, usare hack o modifiche di qualsiasi forma tra i meandri videoludici del blockbuster StarCraft II .
In pochi avrebbero tuttavia immaginato una svolta così drastica nel corso degli eventi. Blizzard ha recentemente trascinato in un tribunale di Los Angeles un primo gruppo di tre programmatori non meglio identificati. O, meglio, identificati dai soli nomi in codice: Permaphrost , Cranix e Linuxawesome . Due cittadini canadesi, l’ultimo di nazionalità peruviana.
I tre programmatori sono stati accusati di aver modificato il videogame da milioni di copie vendute nel mondo, di aver addirittura contribuito alla sua distruzione. Gli accusati avrebbero in sostanza copiato nelle rispettive memorie RAM un insieme di contenuti protetti dal copyright , violando di conseguenza i termini e le condizioni d’uso stabilite dal network Battle.net .
Permaphrost , Cranix e Linuxawesom sarebbero dunque colpevoli di aver modificato e successivamente pubblicizzato e distribuito dei cheat software (trucchi per barare) per StarCraft II . Il danno nei confronti di Blizzard sarebbe irreparabile, dal momento che le copie modificate del videogame avrebbero distrutto l’esperienza di gioco di milioni di gamer . Quest’ultimi avrebbero dunque perso ogni interesse nei confronti del gioco, facendo perdere alla software house californiana fiumi e fiumi di denaro. Inevitabile la richiesta dei danni.
Mauro Vecchio