Lasciato passare qualche giorno dalla diffida inviata al progetto Nostralrius , Blizzard è ora intervenuta direttamente nella questione giustificando una mossa che, a suo dire, era a dir poco necessaria per salvaguardare la proprietà intellettuale di World of Warcraft (WoW).
Il server Nostalrius era la “casa” scelta da centinaia di migliaia di giocatori di WoW interessati a popolare le vecchie versioni di uno degli MMORPG più longevi in circolazione, un’iniziativa in ogni caso ritenuta illegale che è stata messa a tacere dagli avvocati di Blizzard nonostante la natura dichiaratamente amatoriale – e non commerciale – del progetto.
Intervenuto sul forum ufficiale di WoW , il produttore esecutivo e vice-presidente dell’azienda con responsabilità diretta per il gioco, J. Allen Brack ha escluso in maniera perentoria la possibilità che Nostalrius venga autorizzato a risorgere: la mancata protezione dalle infrazioni alla proprietà intellettuale di WoW danneggerebbe i diritti e il business di Blizzard, ha detto Brack.
Lo stesso principio va applicato a qualsiasi iniziativa sia correlata a WoW, ha dichiarato il dirigente, inclusi i server non autorizzati come Nostalrius e i tanti altri ancora in circolazione. La concessione di una licenza operativa a un server pirata è fuori discussione.
Per quanto riguarda le esigenze specifiche di una community come quella di Nostalrius, infine, Blizzard ha fatto due calcoli e ha deciso che non ne vale la pena: l’integrazione dei server classici – con il mondo di gioco in formato “vaniglia”, senza estensioni o funzionalità recenti – nell’infrastruttura ufficiale di WoW sarebbe difficile e, in ultima istanza, anti-economica. Gli utenti interessati dovranno quindi accontentarsi dei server pirata ancora in circolazione, anche se questo Blizzard non lo dice.
Alfonso Maruccia