L’Italia è il primo paese al mondo che ha deciso di impedire il trattamento dei dati da parte di OpenAI. L’accesso a ChatGPT è stato successivamente bloccato dall’azienda californiana. Altri paesi europei potrebbero seguire la stessa strada sulla base del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati), in quando le legge che dovrebbe regolamentare le intelligenze artificiali richiede ancora molti anni di discussione.
Italia apripista per altri paesi?
Come è noto, il Garante della privacy ha adottato un provvedimento d’urgenza per bloccare il trattamento dei dati degli utenti italiani. Secondo l’autorità, OpenAI non ha una base legale che giustifichi la raccolta dei dati (usati per addestrare il modello IA). Inoltre non ha implementato nessun controllo sull’età (l’accesso al servizio dovrebbe essere vietato ai minori di 13 anni).
L’Avv. Guido Scorza, componente del Garante, aveva anticipato che ci sarà un confronto con le autorità di altri paesi. Reuters riporta che i garanti della privacy di Francia e Irlanda hanno già contattato la controparte italiana. La Germania avrebbe deciso di bloccare ChatGPT, mentre la Svezia non bloccherà il chatbot, né contatterà il garante italiano.
L’autorità italiana ha avviato un dialogo con OpenAI per cercare una soluzione ai problemi evidenziati. Secondo l’Avv. Elia Barbujani dello studio legale SLB Consulting, il provvedimento è piuttosto “forzato“, in quanto non sono stati rispettati i regolamenti interni. Il Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini ha criticato la decisione del garante, ritenendola sproporzionata.
Aggiornamento (5/04/2023): anche il garante della privacy canadese ha avviato un’indagine su OpenAI.