Blockai è una start-up nata con l’obiettivo di usare la blockchain per la difesa del diritto d’autore, uno strumento che prova ad adottare un sistema nato assieme a Bitcoin per scopi diversi dalla finanza digitale che ha fin qui monopolizzato le discussioni sulla tecnologia.
Proprio come su Bitcoin la blockchain tiene traccia di tutte le transazioni pubbliche basate su BTC, così la blockchain di Blockai è progettata per tracciare, in maniera teoricamente perenne, un contenuto – sia esso grafico, audio o testuale – con il suo creatore originario e il relativo certificato.
Tutto quello che occorre fare per stabilire la “ownership” di una foto, un romanzo o altro tipo di contenuto è trascinare il file corrispondente sull’interfaccia di Blockai, spiegano i fondatori, e a quel punto verrà fornito un certificato (con tanto di ID della transazione) che non può essere replicato o contraffatto.
La registrazione su Blockai è a pagamento, e il successivo tentativo di reclamare un contenuto già registrato porta ovviamente alla comparsa di un messaggio di errore. Secondo i fondatori dell’iniziativa, la validità legale dei certificati Blockai non è stata fin qui ancora testata ma l’uso della blockchain garantirebbe il risultato.
“La blockchain è la soluzione ideale per fornire la prova della creazione”, spiega il CEO di Blockai Nathan Lands, perché si tratta di un “record permanente e immutabile.” Una volta registrata, augurabilmente a opera del creatore originario, un’opera non potrà mai cambiare proprietario.
Alfonso Maruccia