In quella che si presenta come una lettera interpretativa (n. 1174) diramata dall’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), le autorità statunitensi hanno di fatto introdotto le stablecoin nelle transazioni tra gli istituti bancari, facendo operare questi ultimi su strutture di tipo blockchain e consentendo quindi l’uso di quest’ultima tecnologia per lo scambio di somme di denaro secondo modalità innovative.
USA: le banche possono operare sulle stablecoin
La lettera consente alle banche di partecipare come nodi in “Independent Node Verification Networks” (INVM) e usare stablecoin per effettuare transazioni o altre operazioni, il tutto mettendo sul piatto un bilanciamento di responsabilità: se da un lato ci si trova di fronte a sistemi di controllo ridondanti ad alta resilienza, in grado di garantire un’alta sicurezza complessiva, al tempo stesso l’OCC impone massima consapevolezza sui rischi potenziali relativi a frodi e rischi operativi legati a questo tipo di attività.
Come a dire: garantiamo sulle linee di principio, ma nei fatti le banche siano pienamente e proattivamente consapevoli delle insidie che possono celarsi dietro questa nuova realtà. Le banche hanno infatti già affrontato rischi paritetici con altri sistemi per le transazioni, dunque non si trovano di fronte ad un quadro di maggior pericolosità: semplicemente si trovano al cospetto di qualcosa di nuovo e debbono assumersi gli oneri derivanti dall’adattamento a questa prospettiva.
La via statunitense per la blockchain e per le stablecoin passa per il canale privato, così come orgogliosamente affermato dal responsabile OCC Brian Brooks. CoinDesk, tuttavia, fa notare come lo stesso Brooks sia diretta emanazione della presidenza Trump e che il suo ruolo andrà ora confermato da un voto che non può essere dato per scontato. La lettera interpretativa resta dunque oggetto di possibili limature future, sebbene l’orientamento possa non essere più completamente in discussione: che gli USA siano pronti a muoversi in questa direzione, sembra dettato più da questioni di principio che non da semplici interpretazioni normative.
Le conseguenze di questo nuovo approccio, tuttavia, sono già pesantissime: Ethereum (una delle monete che potrebbe meglio avvantaggiarsi del nuovo contesto che va ad imporsi poiché nel solo 2020 ha occupato oltre l’80% delle transazioni in stablecoin registrate) ha visto crescere il proprio valore di oltre il 50% in una sola settimana, superando i 1000 dollari di quotazione.
Con il Bitcoin nuovamente alle stelle e nuovi supporti per Ethereum, il 2021 si apre decisamente all’insegna delle criptovalute.