Blockchain e tracciabilità, un rapporto che secondo alcuni detterà una rivoluzione e che secondo altri non si rivelerà che un semplice “hype” passeggero e privo di conseguenze. Ma sulla Blockchain si sta investendo e anche il Governo ha dimostrato di volerci scommettere. Un primo progetto pilota è stato presentato al MISE lo scorso 13 marzo e la documentazione del workshop è stata divulgata in queste ore per raccontare i dettagli della novità.
Blockchain, tracciabilità nel tessile
L’obiettivo, spiega la comunicazione del MISE, è quello di “individuare tutti i vantaggi della tecnologia Blockchain in termini di tracciabilità dei prodotti lungo la filiera, certificazione al consumatore della loro provenienza, contrasto alla contraffazione, garanzia della sostenibilità sociale ed ambientale nelle produzioni del made in Italy“. Obiettivi validi e virtuosi, insomma: soltanto con una forte garanzia sulla filiera è possibile porre in evidenza il valore aggiunto della qualità italiana in molti prodotti. I dubbi sono invece sul metodo, perché attorno alla Blockchain continuano ad addensarsi argomentazioni non sempre chiare di apocalittici e integrati.
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi ha voluto così introdurre il progetto:
La filiera che dal settore tessile e conciario arriva alla moda rappresenta un grande valore industriale per il nostro Paese. La tracciabilità di questa filiera, mediante l’utilizzo della tecnologia Blockchain, può davvero contribuire a tutelare il prodotto Made in Italy, certificandone l’effettiva realizzazione in Italia. Ciò concorre ad accrescere la fiducia del consumatore, creando inoltre condizioni di trasparenza, di garanzia per l’occupazione e di tutela ambientale.
Dalla documentazione presentata dal MISE (pdf) emerge come gran parte della filiera del tessile non abbia mai investito in tracciabilità: sebbene si reputi importante questo aspetto, la mancanza di standard e di supporti normativi avrebbe sempre tenuto le imprese alla larga da questo tipo di impegno. Non solo: la blockchain non sarebbe conosciuta né tanto meno considerata una possibile soluzione, tanto che solo il 5,3% delle aziende intervistate ne ha avuto una qualche forma di conoscenza diretta e approfondita.
L’alto potenziale dettato dal desiderio di tracciabilità e dall’assenza di soluzioni sembra consigliare al MISE di partire proprio dall’industria del tessile per dimostrare la bontà delle soluzioni disegnate su Blockchain. Le analisi preliminari sul progetto sono in corso, saranno presentate entro le prossime settimane ed entro inizio giugno si conta di poter finalizzare la fase preventiva per iniziare la messa a terra del progetto.
La domanda di tracciabilità è cosa nota e i progetti sul tema sono già molti. La risposta è nella blockchain? Il progetto per l’industria del tessile può essere un campo di applicazione probante, in grado di restituire risposte importanti sull’applicabilità futura di questo tipo di soluzione.