Google è tornata sui propri passi: non si farà carico di tracciare il confine che separa la nudità gratuita capace di colpire il comune senso del pudore dalla nudità che sia stata postata con qualche nobile intento dagli utenti di Blogger.
Solo pochi giorni fa la Grande G aveva annunciato la prossima moralizzazione della propria piattaforma di blogging: prometteva di far calare il velo dell’accesso privato sui blog che ospitassero immagini o video di nudo, minacciava di chiudere i nuovi blog che esordissero con il supporto di contenuti osceni. Per garantire la libertà di espressione, i censori di Mountain View promettevano di discernere fra nudi ordinari e nudi che avessero offerto “un sostanziale beneficio alla collettività”, quali i nudi artistici, i contenuti formativi o pubblicati in ambito scientifico o documentaristico.
Ora, la repentina marcia indietro : Google spiega di aver ricevuto commenti a bizzeffe, “in particolare riguardo all’introduzione delle modifiche retroattive”, che avrebbero agito rendendo privati blog dalla vita decennale che ospitassero immagini di nudo, ma anche riguardo “all’impatto negativo del cambio di policy sugli individui che postano immagini esplicite per esprimere le loro identità”.
Per questi motivi Mountain View rinuncia ad implementare i propri filtri censori, mantenendo attivi solo quelli che dal 2013 impediscono la monetizzazione di materiale pornografico e raccomandando agli utenti di contrassegnare come “per adulti” i blog di coloro che si esprimano con immagini che possano turbare la sensibilità dei minori.
Gaia Bottà