Reggetevi forte. Dal codice di condotta di Whole Foods Market, Inc ., pagina 13, paragrafo Online Forums :
“Ad evitare utilizzi impropri, reali o possibili, di informazioni sull’azienda e per evitare che eventuali affermazioni appaiano come fatte (artatamente, ndR) per conto dell’azienda, salvo specifica autorizzazione della Commissione Nomine e Amministrazione nessun membro alla dirigenza (come definita di seguito) deve postare alcun commento su nessun sito di chat, forum, blog o similari che non siano sponsorizzati dall’azienda stessa, circa qualsiasi fatto che riguardi l’azienda, suoi competitor o fornitori, né con il proprio nome, né in modo anonimo, né con uno screen name , né per il tramite di terzi. La violazione di questa disposizione sarà considerata disdicevole e potrà produrre la sospensione dall’incarico. Per dirigenza, ai fini del presente paragrafo, si intende ogni Direttore, ogni appartenente all’ Executive Team , il Vice Presidente Generale e il Vice Presidente Regionale. Per gli altri dipendenti possono applicarsi altre norme , pertanto questi ultimi debbono consultare al riguardo il GIG” ( Global Information Grid , la normativa interna generale, ndR).
Accade negli Stati Uniti, precisamente in una grande azienda che si occupa di cibo a 360 gradi, dall’approvvigionamento al catering, dal confezionamento alla distribuzione.
Il provvedimento, racconta Reuters , è un recente inasprimento del Code of Business Conduct , che scaturisce da un precedente: lo scorso luglio John Mackey, Chief Executive dell’azienda, si è scusato con gli azionisti per aver postato per anni, sotto alias , messaggi in un forum di Yahoo! che valorizzavano l’azienda e gettavano discredito sulla competitor Wild Oats Markets, Inc., acquistata poi nel 2007 da Whole Foods per 565 milioni di dollari .
A Mackey è andata bene perché lo scorso mese l’azienda ha confermato la sua fiducia nel dirigente, non prima di aver analizzato i suoi post. Ma certo è singolare che l’eccezione alla severa policy venga concessa per i siti “sponsorizzati dall’azienda stessa”, come a dire dei quali ha il controllo .
Quanto accaduto in Whole Foods è quanto sta accadendo in molte imprese statunitensi. A volte alcuni episodi salgono agli onori delle cronache, come quanto accaduto a un dipendente Microsoft, licenziato per avere “parlato troppo su un blog”. Questioni che, naturalmente, sollevano non poche problematiche in materia di privacy e diritto del lavoro.
Marco Valerio Principato