Quelle che erano sensazioni ora diventano qualcosa di ben più tangibile: secondo Bloomberg, infatti, Apple avrebbe tagliato fortemente le proprie previsioni di vendita di iPhone 13 e tutto ciò non certo per una carenza di domanda (tutt’altro), quanto per una congenita difficoltà nell’offerta.
iPhone 13, produzione tagliata
Il problema sarebbe insito, come peraltro ampiamente previsto da settimane, nella fornitura di componenti da parte di aziende quali Broadcom e Texas Instruments: la stretta sui chip ha costretto questi gruppi a tirare i remi in barca e la conseguenza è nella caduta degli approvvigionamenti in direzione di Cupertino. Bloomberg, che ha messo a punto il report con le nuove stime, indica che da una previsione iniziale di produzione di 90 milioni di iPhone 13 entro la fine dell’anno, si è scesi a questo punto a 80 milioni.
Le vendite di iPhone 13 sono partite ad altissimo ritmo. In assenza di report specifici su queste prime settimane, è sufficiente affidarsi alle disponibilità Amazon per notare come gran parte dei modelli sia andato a ruba, soprattutto tra le versioni di fascia alta. Oggi per appropriarsi di un iPhone 13 Pro Max è necessaria una attesa di circa 1-2 mesi, tempo probabilmente necessario per la seconda sfornata di device prima di un progressivo appianamento del gap tra domanda e offerta verso la parte finale dell’anno.
Sono esattamente queste le sensazioni che i mercati finanziari non vorrebbero sentire. Già provati dai timori che riecheggiano dal caso Evergrande, ogni scricchiolio ulteriore fa rumore perché i prezzi delle materie prime continuano a salire ed è sempre più concreta la possibilità che gli afflati del rilancio economico post-pandemia possano disinnescarsi a fronte di una mancanza di forniture. Ciò scatenerebbe una morsa pericolosa: prezzi al rialzo e vendite in calo. Di tutto ciò bisogno, fuorché di questa combo micidiale.