Segniamoci questa data: 6 gennaio 2025. Dopo quasi 25 anni dalla sua fondazione, Blue Origin è pronta a lanciare il suo primo razzo orbitale, il New Glenn. E a dare del filo da torcere al dominio incontrastato di SpaceX.
In arrivo il lancio di New Glenn, Blue Origin sfida SpaceX
I preparativi fervono. Blue Origin ha ricevuto la licenza di lancio dalla Federal Aviation Administration, valida per ben 5 anni. Ha completato con successo la prova generale, accendendo i motori in un test a terra. Manca solo un dettaglio: attaccare la carenatura che contiene il carico utile. Poi, si parte.
Quando il New Glenn si staccherà dalla rampa di Cape Canaveral, in Florida, sarà uno spettacolo da far impallidire i fuochi d’artificio di Capodanno. Sette motori BE-4 di Blue Origin si accenderanno per generare una spinta di oltre 3,8 milioni di libbre. Un razzo alto 320 piedi (quasi 100 metri!), che porterà in orbita la navicella Blue Ring, progettata per fornire trasporto, logistica e assistenza ai satelliti.
Ma il New Glenn e il Blue Ring sono solo due delle tante frecce che Bezos ha nel suo arco. Blue Origin vuole competere con SpaceX (e non solo) in ogni settore: dai lander lunari alle stazioni spaziali private, passando per i voli suborbitali con capsule turistiche.
Fino ad ora, Blue Origin era conosciuta soprattutto per il suo razzo suborbitale New Shepard, che porta i turisti spaziali a fare un giro sopra la linea di Karman e ritorno. Ma con il New Glenn, la compagnia di Bezos vuole detronizzare SpaceX, che al momento lancia la stragrande maggioranza dei satelliti commerciali e militari con il suo collaudatissimo Falcon 9.
New Glenn di Blue Origin, un razzo “green” e riutilizzabile
Il New Glenn non sarà solo potente, ma anche “green” e riutilizzabile. Almeno, nelle intenzioni di Blue Origin. Il primo stadio dovrebbe tornare a Terra e atterrare verticalmente su una chiatta galleggiante, pronto per essere ricondizionato e riutilizzato fino a 25 volte. Un po’ come fa SpaceX con i suoi Falcon 9, insomma. Ma con una differenza sostanziale: i motori BE-4 del New Glenn sono alimentati a metano, un carburante più pulito e facile da gestire del cherosene usato dai Merlin di SpaceX.
Il debutto del New Glenn è attesissimo non solo da Bezos e soci, ma anche da molti clienti importanti che hanno già prenotato un posto a bordo. A partire dalla NASA, che voleva lanciare due sonde gemelle per Marte proprio su questo volo inaugurale (salvo poi ripiegare su un lancio successivo a causa dei ritardi).
Ma nella lista dei “passeggeri” del New Glenn ci sono anche le forze spaziali americane, il Project Kuiper di Amazon (guarda caso, un’altra creatura di Bezos) e altre compagnie commerciali. Insomma, il razzo di Blue Origin sembra avere tutte le carte in regola per insidiare il dominio di SpaceX.
Il 2025 sarà l’anno della svolta per Blue Origin?
Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (e lo spazio). Blue Origin dovrà dimostrare di saper mantenere le promesse e di poter garantire lanci affidabili, frequenti ed economici come quelli di SpaceX. Non sarà una passeggiata, vista la lunghissima lista di successi del razzo di Elon Musk.
Per ora, non ci resta che attendere il fatidico 6 gennaio (o giù di lì) e fare il tifo per il New Glenn. Che la forza (di gravità) sia con lui!