Si chiama BlueStacks ed è un software di virtualizzazione pensato per far girare app Android su Windows. Gli utenti che proprio ne avessero il desiderio potranno usare le “app” minime della piattaforma creata e gestita da Google su un sistema operativo tradizionale , invero già strabordante di suo con software creativo, applicativo, di utilità e di ogni genere di utilizzo possibile e immaginabile.
L’obiettivo di BlueStacks è quello di funzionare da layer di virtualizzazione fra le app di Android acquistate sul Marketplace mobile e l’hardware gestito da Windows, una funzione che ad esempio permette di fare un uso nativo della webcam istallata sull’OS Microsoft dall’interno di una app di chatting video per Android.
Anche volendo tralasciare le facili critiche sulla dubbia utilità di usare il “software” di un sistema operativo mobile – dunque con funzionalità ampiamente ridotte – sull’OS per computer più diffuso al mondo, attualmente il business di BlueStacks risulta alquanto sfuggente. Si potrebbe pensare alla possibilità di consentire di sviluppare solo per una piattaforma (Android) e poterne sfruttare due per la distribuzione (Android e Windows): ma appare improbabile che le app pensate per smartphone o al più tablet, tutte touch, possano risultare particolarmente accattivanti su PC.
Il sito ufficiale descrive infatti una società in “modalità stealth”, con il lancio vero e proprio previsto solo tra qualche mese e l’invito a seguire le future iniziative su Twitter . BlueStacks promette di unire il “lavoro” di Windows e il “gioco” di Android su un’unica piattaforma – vale a dire Windows – ma al momento la promessa non è corroborata da esempi concreti.
Alfonso Maruccia