Non bastava il self-publishing per dar sfogo alle velleità artistiche della web-sfera, adesso Blurb ha deciso di rilanciare anche sul fronte collaborativo. Insomma, grazie a Blurb Community Books sarà possibile creare libri a quattro e più mani. Il tool di “on-demand publishing”, attualmente in Beta, consente, grazie ad un gradevole wizard, di realizzare libri di ogni genere e, volendo, anche di attivare un vero e proprio photo-sharing per la sezione grafica.
Come spiega TechCrunch , affidandosi alla funzione BookSmart si possono coinvolgere altri utenti e “assemblare” i contenuti condivisi in vari layout . Allo stesso tempo, a lavoro ultimato, si possono avvertire i vari partecipanti al progetto che l’editing è ultimato e che il libro è disponibile. La pubblicazione può entrare così di diritto nel bookstore del sito, consentendone la condivisione online ed eventualmente la commercializzazione.
Secondo Eileen Gittins, fondatrice e CEO di Blurb, il servizio Community Book nasce per far fronte alle esigenze della cosiddetta ” classe creativa connessa “. Effettivamente, leggendo i post di commento su TechCrunch , la community online sembrerebbe concordare riguardo alle potenzialità della piattaforma, anche se qualcuno segnala analogie con il servizio mixbook.com .
Blurb forse è più orientato verso la creazione di libri ad alto contenuto fotografico; altre realtà di settore, come Lulu e iUniverse , agevolano maggiormente la pubblicazione di manoscritti dalla realizzazione più… tradizionale.
Pensare che questo genere di servizi online possa rappresentare un affronto all’editoria tradizionale è probabilmente esagerato, almeno secondo gli osservatori del settore. Come spiega qualcuno, il self-publishing online e il mercato editoriale tradizionale appartengono a due dimensioni diverse . Nel primo caso i progetti editoriali sono spesso senza scopo di lucro, o comunque pensati e realizzati per soddisfare le esigenze di nicchia. Nel secondo caso tutto ruota intorno alla grande distribuzione e alla resa economica. L’unica eccezione sarebbe il segmento accademico, nel quale piccole tirature online possono rispondere alla domanda super-specialistica, che difficilmente può essere soddisfatta attraverso canali distributivi classici.
Dario d’Elia