Milano – Quello che è successo a Seattle la scorsa settimana è un ottimo esempio di cosa si parla di Internet delle cose: una vettura BMW controllata da remoto che si trasforma in una cella per il ladro che l’aveva sottratta alla legittima proprietaria. Una notizia curiosa, che pone anche un interrogativo: che cosa è possibile fare effettivamente da remoto sulle automobili di ultima generazione?
I fatti . Una BMW 550i è stata sottratta da un malintenzionato, che l’aveva trovata con tanto di chiavi inserite nel cruscotto. Si è allontanato con la vettura, e la legittima proprietaria – che si era sposata il giorno prima e aveva prestato la sua berlina a un amico – si è accorta della sparizione solo la mattina seguente. A quel punto ha allertato la polizia che a sua volta ha contattato la filiale locale della BMW : quest’ultima, tramite il sistema ConnectedDrive, ha individuato la 550i e ne ha bloccato le portiere intrappolando il ladro. Secondo qualche ricostruzione , i tecnici BMW hanno anche effettuato una chiamata per avvertire il sospettato della polizia in arrivo.
E la polizia è arrivata: ha trovato il sospettato chiuso a bordo della BMW e lo ha arrestato . Gli ha trovato addosso della droga e l’ha accusato di possesso di stupefacenti oltre che di furto: si tratta di un maschio di 38 anni, che ora è detenuto in attesa di giudizio nella prigione della Contea di King.
Il sistema ConnectedDrive è installato a bordo delle BMW più accessoriate per fornire una serie di servizi avanzati di infotainment: dispone di una connessione a Internet a mezzo di un modem mobile integrato, ed è tramite questo canale che BMW ha potuto rintracciare la macchina e bloccare le serrature della vettura . C’è un app messa a disposizione dei proprietari di questi modelli: accendere e spegnere i fari, il riscaldamento e l’aria condizionata, accendere e spegnere il motore o per l’appunto bloccare e sbloccare le portiere è una delle funzioni consentite tramite il software.
Fino a che punto ci si può spingere, però, su questo tipo di vetture? Senz’altro in questo caso l’accesso remoto da parte di BMW è stato un vantaggio per il proprietario: ha permesso di recuperare la sua 550i e di arrestare chi l’aveva sottratta. Va da sé, però, che la possibilità per il produttore di agire su una vettura di un privato è un terreno accidentato : chiunque fosse in grado di intrufolarsi nel network potrebbe in teoria agire sui sistemi di bordo, come ha già dimostrato ad esempio il caso di Charlie Miller e Chris Valasek , con conseguenze più o meno gravi.
Luca Annunziata