La Transportation Security Administration (TSA) sta rianalizzando il livello di radiazioni emesso dai body scanner utilizzati negli aeroporti statunitensi .
Alcuni dei test a cui sono regolarmente sottoposte le macchine, infatti, hanno prodotto risultati 10 volte più alti delle aspettative : fatto che è stato subito imputato “ad un errore di calcolo” negli studi di sicurezza, ma che non ha fermato gli oppositori contrari al diffondersi della tecnologia non solo considerata lesiva della privacy e della salute dei passeggeri, ma anche soluzione inefficiente al problema della sicurezza.
Quest’ultimo problema per i body scanner sarebbe sorto con i test condotti sulle 250 macchine prodotte dall’azienda Rapiscan: i tecnici dell’azienda avrebbero dovuto testare il livello di radiazioni 10 volte di fila e quindi fare la media per ottenere la misurazione delle radiazioni medie. Tuttavia, a quanto risulta a TSA, vi sarebbe stato un errore marchiano: gli addetti avrebbero dimenticato di dividere i risultati per 10 o semplicemente si sarebbero limitati a segnare i valore non diviso confondendo gli osservatori.
Rapiscan ha ammesso l’errore e riferito che “modificherà i moduli” affidati ai tecnici per i rilevamenti. A testimonianza dell’errore, il fatto che secondo l’azienda quelli registrati sono livelli a cui le macchine non sono in grado di arrivare.
L’episodio ha tuttavia riacceso le polemiche sui body scanner, proprio ora che alcune fonti sembrano anticiparne un impiego anche fuori dagli aeroporti: sono almeno 500 i body scanner installati dal TSA in almeno 78 aeroporti negli Stati Uniti. Prima di essere impiegate le macchine non sono state testate prima su altre specie biologiche e la comunità scientifica non è univoca nel ritenerle innocue.
L’ Association for Airline Passenger Rights ( AAPR ), e l’ Electronic Privacy Information Center , sono due delle associazioni si oppongono all’utilizzo degli scanner che denudano i passeggeri agli occhi dei controllori.
Claudio Tamburrino