Boeing ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Space Adventures che permetterà a quest’ultima di commercializzare i posti disponibili sulla navicella spaziale che dovrebbe essere completata entro il 2015 per portare alla ISS gli astronauti statunitensi.
Il settore dei viaggi spaziali – il responsabile del settore di Boeing bandisce però la parola “turismo” dal momento che è necessaria una vera e propria preparazione ai privati che decidono di comprare un biglietto – è per il momento stato lasciato a piccole start-up come Armadillo Aerospace e Space Adventures . Proprio quest’ultima può per esempio rivendicare almeno sette clienti in orbita: ma si trattava di posti acquistati sulla navicella russa Soyuz e non su un veicolo commerciale apposito.
La più grande, Virgin, e l’avventura del Virgin Galactic lanciata dal suo fondatore Richard Branson sarebbe in questa situazione destinata a dominare il mercato: ma i suoi voli, almeno quelli finora in programma, non vanno in orbita , ma superano semplicemente la Linea Karman , che a 100 chilometri dalla Terra rappresenta il confine ideale del volo spaziale.
Così l’ingresso di Boeing può davvero rappresentare il soggetto che cambia le regole del settore: in realtà, però, il comunicato congiunto Space Adventures-Boeing poco chiarisce sul ruolo che avrà la grande produttrice di aeroplani: si può solo leggere che l’accordo riguarda la vendita di “servizi anticipati di trasporto” a privati, aziende o anche agenzie governative diverse dalla NASA.
Possibile che un ruolo di rilievo nella collaborazione sia svolto dai razzi prodotti da United Launch Alliance, azienda di proprietà di Boeing e di Lockheed Martin. Ma il nocciolo della questione dovrebbe riguardare i posti avanzati sul Crew Space Transportation-100 (CST-100), la navicella spaziale che dovrebbe portare entro il 2015 astronauti della NASA alla International Space Station .
Boeing ha con la NASA un contratto miliardario di collaborazione in base al quale fa manutenzione e ricerca su alcuni macchinari della ISS: il rapporto è stato, tra l’altro, recentemente esteso dalla NASA (per ulteriori 1,24 miliardi di dollari) e riguarderà anche la valutazione da parte di Boeing dell’opportunità di estendere la vita ad alcuni macchinari della stazione spaziale.
Inoltre collabora con l’agenzia per la costruzione di CST-100: una navicella da sette posti che Boeing sta sviluppando anche con l’ aiuto di 18 milioni di dollari della NASA e che ha l’obiettivo di trasportare gli astronauti alla International Space Station entro il 2015. Ad essa stanno lavorando , per rispettare la scadenza, un centinaio di impiegati della Space Exploration division di Boeing.
Dal momento, però, che i fondi federali per questo scopo stanno rischiando di essere congelati dal dibattito in Congresso sul nuovo budget da destinare alle missioni spaziali (interruzione che potrebbe comportare rallentamenti e il mancato rispetto della scadenza), Boeing sembra aver ritenuto opportuno cercare i finanziamenti dei privati vendendo i posti rimanenti e giudicando Space Adventures l’interlocutrice migliore.
Per quanto l’ingresso ufficiale di Boeing nel mercato dei turismo spaziale potrebbe avere conseguenze rilevanti, non ci si attende ancora un immediato abbattimento dei prezzi del biglietto, anche se l’apertura del mercato dovrebbe comunque farli calare: arrivando a costare meno dei 50 milioni di dollari che paga la NASA per un posto sui Soyuz , o dei 35-40 milioni che ha sborsato Guy Laliberté, fondatore del Cirque du Soleil e uno degli ultimi turisti spaziali clienti di Space Adventures e Soyuz.
Claudio Tamburrino