Trascorso ormai più di mezzo secolo dalla missione che per la prima volta ha portato l’uomo sulla Luna, la NASA ha intenzione di tornarci. Lo farà con il programma Artemis, puntando a raggiungere il nostro satellite entro il 2024 per poi ampliare gli orizzonti dell’esplorazione spaziale nella direzione di Marte. Tra coloro che hanno espresso la volontà di partecipare c’è anche Boeing.
Da Boeing un lunar lander per la NASA
Il produttore di aeromobili statunitense (ancora alle prese con i problemi dei 737 Max) ha proposto all’agenzia il proprio Human Lander System, un’unità che stando alle dichiarazione riduce gli step necessari per l’allunaggio e il ritorno dell’equipaggio sulla Terra, abbattendo così anche il rischio che qualcosa possa andare storto. Dovrà vedersela con la concorrenza di Blue Origin (Jeff Bezos) e con tutta probabilità SpaceX (Elon Musk).
Il viaggio dal nostro pianeta alla Luna immaginato da NASA transiterà da una tappa intermedia, facendo stop sul Gateway, un modulo in orbita intorno al satellite dal quale poi gli astronauti scenderanno e sul quale torneranno prima di affrontare il rientro a casa. Boeing sostiene che questo step possa essere saltato sfruttando una versione potenziata del razzo Space Launch System già in dotazione all’agenzia, più nel dettaglio del suo stadio Block 1B.
Parte della tecnologia integrata sarà presa in prestito dal CST-100 Starliner, capsula progettata dall’azienda americana in collaborazione con Bigelow Aerospace per trasportare equipaggio e materiale da e verso la Stazione Spaziale Internazionale. Se la proposta di Boeing sarà accettata (l’annuncio è previsto per gennaio), la società svilupperà l’idea al fianco del Marshall Space Flight Center, del Johnson Space Center e del Kennedy Space Center.