Mentre proseguono i test per indentificare il problema che ha impedito il lancio della navicella Starliner, Boeing ha ricevuto l’autorizzazione dalla FCC (Federal Communications Commission) per la realizzazione di una costellazione di satelliti per la connettività a banda larga. Le posizioni orbitali e le frequenze operative saranno tuttavia diverse da quelle scelte da SpaceX, OneWeb, Kuiper Systems e Inmarsat.
Boeing lancerà 147 satelliti
La prima richiesta di Boeing risale a marzo 2017. L’azienda ha successivamente apportato alcune modifiche e ricevuto anche l’opposizione di SpaceX, in quanto le frequenze usate dai satelliti potrebbero causare interferenze. La costellazione di Boeing è formata da 147 satelliti, 132 dei quali posizionati in orbita terrestre bassa (LEO) ad un’altitudine di 1.056 Km. Gli altri 15 satelliti verranno invece posizionati in orbita non geostazionaria ad un’altitudine compresa tra 27.355 e 44.221 Km.
L’obiettivo di Boeing è offrire servizi di connettività a banda larga agli utenti residenziali, commerciali e istituzionali, inizialmente negli Stati Uniti e successivamente in tutto il mondo. Come si può leggere nell’autorizzazione della FCC, i satelliti utilizzeranno una porzione della banda V, ovvero frequenze comprese tra 37,5 e 51,4 GHz, mentre la comunicazione tra i satelliti avverrà a frequenze di 65-71 GHz.
La banda V permette di raggiungere velocità di trasferimento dati più elevate. Tuttavia c’è un maggiore rischio di interferenze, in quanto il segnale viene ostacolato dagli oggetti solidi. Attualmente la costellazione Starlink di SpaceX usa le bande Ku (27-40 GHz) e Ka (12-18 GHz), ma in futuro potrebbe usare anche la banda V.
Boeing ha ora sei anni per lanciare il 50% dei satelliti e nove anni per completare la costellazione. L’azienda aveva chiesto di allungare i tempi (cinque satelliti in sei anni e l’intera costellazione in 12 anni), ma è stata respinta dalla FCC.