Bollette a 28 giorni: bocciati gli ultimi ricorsi

Bollette a 28 giorni: bocciati gli ultimi ricorsi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da Fastweb e Vodafone contro le sentenze del Consiglio di Stato.
Bollette a 28 giorni: bocciati gli ultimi ricorsi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da Fastweb e Vodafone contro le sentenze del Consiglio di Stato.

Sembra finalmente giunta al termine la vicenda della fatturazione a 28 giorni “inventata” dagli operatori telefonici per incrementare i guadagni. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro le sentenze del Consiglio di Stato presentati da Fastweb e Vodafone. Festeggiano le associazioni dei consumatori, tra cui il Codacons, ma in realtà la delibera 269/18/CONS di AGCOM non è mai stata rispettata.

Bocciati i ricorsi di Fastweb e Vodafone

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni aveva ordinato a Fastweb e Vodafone di ritornare alla fatturazione mensile entro il 23 giugno 2017. Il TAR del Lazio aveva respinto i ricorsi nel 2018 e 2019. I due operatori hanno quindi presentato appello al Consiglio di Stato, ma anche il tribunale amministrativo di secondo grado ha confermato a febbraio 2020 le decisioni di AGCOM. Fastweb e Vodafone hanno quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

I due operatori avevano evidenziato un eccesso di potere del Consiglio di Stato. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi, in quanto “il giudice amministrativo si è attenuto al compito interpretativo che gli è proprio“. Inoltre “ha ravvisato la piena legittimità dell’intervento nella specie dall’AGCOM operato nell’esplicazione dei propri poteri in materia“. Fastweb e Vodafone devono anche pagare le spese del giudizio (13.200 euro). Fastweb deve inoltre pagare un risarcimento di 10.200 euro al Codacons.

Il Presidente del Codacons, Carlo Renzi, ha dichiarato:

Grazie alla pronuncia della Corte che ha accolto le istanze del Codacons intervenuto in giudizio, si conferma la correttezza delle decisioni dell’AGCOM e del TAR, che hanno bocciato il comportamento delle compagnie telefoniche le quali, allo scopo di aumentare i propri profitti, hanno dapprima cambiato il periodo di fatturazione a danno degli utenti e successivamente, quando l’AGCOM ha imposto il ritorno alla bolletta mensile, hanno aumentato tutte insieme e allo stesso modo le tariffe telefoniche, determinando ingiustificati aggravi di spesa a danno dei consumatori.

AGCOM aveva ordinato di effettuare i rimborsi automatici, ma la delibera 269/18/CONS non è mai stata rispettata. Gli utenti devono infatti inviare una richiesta esplicita. Come sottolinea il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, nessun operatore telefonico ha spontaneamente restituito il maltolto ai consumatori.

Fonte: Codacons
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Pubblicato il
7 set 2022
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