Roma – Ne sono stati eseguiti 31, ma sono 33 (trentatre) gli ordini di custodia cautelare spiccati dal GIP di Perugia per sgominare un’organizzazione che si ritiene abbia intessuto una lucrosa rete di truffe telefoniche. La scoperta di questa gang è stata messa a segno dalla Polizia delle Comunicazioni di Perugia e dai Carabinieri di Torgiano ed è il risultato di un’indagine durata alcuni mesi. Il giro d’affari raggiunto dall’organizzazione, secondo le prime stime, si attesterebbe sui 100-150 mila euro al giorno .
Tutto è partito quando alcuni carabinieri fuori servizio hanno scoperto che un uomo che si fingeva operaio – con il pretesto di un’operazione di manutenzione su un palo della rete telefonica – in realtà trasmetteva l’oroscopo attraverso un aggancio abusivo ad una linea legata ad un servizio con numerazione 899 . Il bizzarro episodio è stato messo in relazione ad una lunga teoria di denunce, inoltrate da numerosi cittadini che avevano ricevuto “bollette pazze” per chiamate mai effettuate verso numeri a pagamento.
A capo dell’organizzazione sarebbe un pregiudicato di Perugia, in passato riconosciuto colpevole di reati contro il patrimonio. Dalla sua gestione dipendevano servizi che a loro volta gestivano call center con “numerazioni a valore aggiunto”. Ma una parte dell’organizzazione si occupava di aspetti più tecnici: il “modus operandi” prevedeva la violazione delle centrali Telecom e il collegamento di apparati che servivano ad addebitare scatti telefonici aggiuntivi ad utenti inconsapevoli , per accreditarne il valore a beneficio dei servizi 899. Ai “telefonisti” spettava un guadagno di un euro (i più fortunati arrivavano ad 1,5 euro) per ogni telefonata tariffata a 12,50 euro.
La Polizia delle Comunicazioni ha ricostruito gli spostamenti e gli scambi che avvenivano tra i componenti dell’organizzazione, attiva in Umbria, Lazio, Campania, Toscana, Marche, Emilia Romagna e Sardegna. A quanto risulta dalle indagini finora svolte, gli introiti indebitamente conseguiti venivano riciclati in investimenti immobiliari .
Questa operazione si lega dunque alla questione delle bollette gonfiate , una piaga che da tempo è oggetto di interesse da parte delle associazioni dei consumatori. Il Movimento Difesa del Cittadino , attraverso una nota, esprime “viva soddisfazione per l’operazione della Polizia Postale che ha finalmente portato a galla ciò che si diceva ormai da anni: dietro allo scandalo dei dialer e delle bollette pazze vi è una vera e propria organizzazione criminale che opera in diverse regioni d’Italia”.
“A questo punto – prosegue MDC – l’associazione dei consumatori invita Telecom e le altre compagnie telefoniche, cui i consumatori hanno inviato o invieranno reclami inerenti per chiamate a numeri a pagamento, a bloccare immediatamente ogni forma di riscossione fino a quando non saranno accertate le responsabilità penali dei personaggi coinvolti nelle truffe”. L’associazione suggerisce inoltre alla Polizia Postale di ampliare lo spettro delle indagini per verificare chi abbia effettivamente intascato i proventi di questa mega-truffa , preannunciando la propria costituzione di parte civile nel processo che dovrebbe seguire all’inchiesta. “Ricordiamo che potranno costituirsi parte civile – dichiara Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento TLC del Movimento Difesa del Cittadino – anche tutti gli utenti che hanno presentato in questi mesi migliaia di denunce alla Polizia Postale”. MDC ricorda infine lo Sportello Sos Dialer a coloro che desiderano informazioni o approfondimenti.
Sulla stessa linea Federconsumatori che, felicitandosi con la Polizia Postale attivata dalla Procura della Repubblica di Perugia, rilancia: “Tutte le Procure del nostro Paese devono continuare sulla stessa strada con grande determinazione”. I servizi “a valore aggiunto”, continua l’associazione, con la loro “scadente regolamentazione” finiscono per essere per i criminali “un facile e remunerativo strumento per illeciti guadagni e truffe a danno dei consumatori. Inoltre, non va dimenticato che il costo delle bollette pazze può superare anche i 1000 euro e che questo fenomeno ha coinvolto economicamente migliaia di cittadini, che, riversandosi in massa presso le associazioni dei consumatori, ne ha bloccato l’attività di sportello. È necessario quindi intraprendere ogni azione per superare definitivamente questo problema”.
Secondo l’associazione, per debellare il fenomeno si deve prima di tutto invertire “la pratica per cui si hanno questi numeri a sovrapprezzo. Se non li si vuole li si deve bloccare a richiesta. La pratica è inaccettabile ancorché fosse ritenuta corretta dalla Comunità Europea”.
Dal canto suo Altroconsumo ritiene che vi siano lacune nelle tutele degli utenti. “Abbiamo chiesto – ricorda l’associazione – che il blocco selettivo gratuito di chiamata sia esteso agli 892 e a tutte le altre numerazioni “pirata” che dovessero affacciarsi sulla linea. Telecom Italia deve rendersi responsabile affinché sulla propria linea gli utenti siano garantiti da intrusioni illegittime da parte di terzi. Chiediamo inoltre che la bolletta Telecom sia strutturata in modo tale da prevedere la fatturazione separata per i servizi a sovrapprezzo”.
In tema di bollette si collocano le dichiarazioni che ha rilasciato il presidente dell’ Autorità TLC Corrado Calabrò in una intervista uscita oggi su Panorama , dichiarazioni che parlano di una nuova Telecom Italia e di spese ridotte per gli italiani.
“Con la Telecom – spiega Calabrò – stiamo arrivando ad una soluzione simile a quella inglese: cioè la separazione gestionale della rete dal resto del gruppo attraverso la creazione di una organizzazione ad hoc”. Sebbene non si abbiano i dettagli di questa operazione, una forma di scissione delle attività Telecom , che divida la gestione della rete dall’operatore commerciale, è richiesta a gran voce da lungo tempo da molti soggetti del mercato.
“In questo modo – sostiene il presidente di Agcom – si garantirebbe un accesso a parità di condizioni alla più importante rete telefonica del paese”. Il riferimento è alle accuse ripetute infinite volte dagli operatori alternativi, costretti a competere con un altro operatore, Telecom, di cui sono anche clienti e che determina condizioni di servizio e tariffe sotto il controllo dell’Authority.
A smuovere le acque del mercato italiano anche il fatto che dall’anno prossimo, conferma Calabrò, partiranno nel nostro paese come già altrove i cosiddetti MVNO , gli operatori mobili virtuali. La loro attività, come noto, si basa sulla possibilità di sfruttare i network mobili esistenti e gestiti da altri operatori per dar vita a nuove tipologie di offerta: un modo per aumentare la concorrenza sul mercato senza moltiplicare le infrastrutture.
Altro nodo su cui Agcom sta continuando a lavorare è quello del contenimento delle tariffe mobili , in particolare delle chiamate verso terminali. “Grazie ai provvedimenti per la riduzione delle tariffe verso i telefoni mobili – spiega il presidente dell’Autorità riferendosi anche alle decisioni già attuate – tra il 2005 e il 2008 gli italiani risparmieranno almeno 2 miliardi di euro”. Bollette pazze permettendo, ovviamente.
Dario Bonacina