È un periodo nero per i bollini SIAE . I contrassegni sulle opere tutelate dal diritto d’autore che garantiscono un flusso di milioni di euro nelle casse della Società degli autori e degli editori sono stati sconfitti ancora una volta o, meglio, è stato chiarito ancora una volta il loro ruolo periferico, la non necessità di adottarli . È successo a Cesena, con una decisione del Tribunale locale, con cui è stato assolto un imprenditore a cui era stata contestata la commercializzazione in Italia di Cd-Rom privi del bollino.
Secondo il magistrato cesenate Barbara De Virgiliis sono inapplicabili le norme penali che prevedono l’obbligatorietà del bollino SIAE . Checché ne dica il sito della SIAE e la SIAE stessa , è già a breve distanza la seconda sonora bocciatura per il “sistema dei bollini” che non solo non ha praticamente eguali in Europa ma che anche viene sempre più vissuto da editori e distributori come una vessazione.
La decisione del magistrato italiano non deve sorprendere: in Europa i bollini SIAE sono già finiti sotto la scure della Corte di Giustizia. Nel caso specifico, poi, a Cesena è stata accolta la tesi dell’ avv. Sirotti Gaudenzi che per anni ha seguito il processo contro l’imprenditore Karl Josef Wilhem Schwibbert. Distributore di Cd-ROM senza bollino, il signor Schwibber ha dovuto percorrere nove anni di giudizio prima di uscire trionfante dal caso.
Non deve sorprendere, inoltre, perché già nei mesi scorsi la Cassazione aveva posto la sentenza Schwibber della Corte di Giustizia a fondamento del principio secondo cui sono appunto inopponibili ai privati le norme penali sull’obbligatorietà del bollino. Secondo il Tribunale di Cesena, in linea con quanto deciso dalla Corte in Lussemburgo, il sistema sanzionatorio è nullo per quanto attiene all’assenza dei bollini SIAE.
Quanto deciso a Cesena, dunque, non sarebbe che la conseguenza del fatto che nel 2004 proprio quel tribunale aveva chiesto alla Corte di Giustizia un parere sulla questione del bollino, per sapere se era in linea con leggi e regolamenti comunitari. In quella sede, come ricorderanno i lettori di Punto Informatico , Sirotti Gaudenzi aveva messo all’angolo i bollini spiegando come la loro introduzione fosse una vera e propria “regola tecnica”, come tale introdotta in violazione dei regolamenti europei.
Per Schwibbert, dunque, tutto finisce nel migliore dei modi. Eviterà le sanzioni ed è libero anche dalle contestazioni che gli erano giunte dalla Procura della Repubblica. Le spese del procedimento sono a carico dello Stato italiano e della SIAE , i due soggetti che hanno perso in Corte di Giustizia.
La conclusione del procedimento a carico di Schwibbert però secondo la SIAE non cambia le cose di una virgola. In una nota trasmessa a Punto Informatico , la Società italiana spiega che, in attesa delle motivazioni dettagliate della sentenza, “non si capisce come Karl Joseph W.Schwibbert si possa dire uscito trionfante dall’accusa di riproduzione abusiva di opere tutelate (in base all’art.171 ter lett. A) e b) della legge sul diritto d’autore) in quanto il magistrato ha dichiarato il non luogo a procedere nei suoi confronti per prescrizione. La prescrizione infatti, lascia inalterata la sussistenza del reato”.