Lo scorso lunedì, la Nona Sezione della Corte Federale di Appello ha respinto il ricorso presentato dai legali di Microsoft contro l’attribuzione dello status di class action ad un procedimento in corso riguardante i bollini “Vista Capable”. È quanto si apprende da alcune indiscrezioni pubblicate dalla stampa statunitense, che chiariscono inoltre che ora l’iter istruttorio prevede una vera e propria indagine sul materiale in possesso delle società coinvolte, con tanto di pubblicazione ufficiale degli atti raccolti .
Se non bastassero dunque le prime rivelazioni su un certo numero di email compromettenti scambiate tra i dirigenti di Microsoft, Intel e di varie catene di distribuzione dei prodotti, ora in prima pagina potrebbero finire altre missive dal contenuto ancora più scottante . Per i marchi coinvolti potrebbe trattarsi di un consistente danno di immagine, eventualità che si sarebbe potuta evitare se la causa fosse stata declassata a semplice caso di accusa contro difesa.
La class action è frutto della denuncia di due consumatori statunitensi, delusi dalle prestazioni dei loro PC definiti “Vista Capable”, ma nella pratica limitati all’utilizzo della versione Basic del nuovo sistema operativo. L’applicazione del bollino li avrebbe tratti in inganno sulle reali capacità dell’hardware : secondo loro ci sarebbero tutti gli estremi per chiedere il rimborso delle spese sostenute a fronte di un prodotto non conforme alle aspettative.
Non è ancora stata fissata una data per l’inizio del processo. I querelanti si augurano che un calendario venga stabilito al più presto, ma i legali assoldati da Microsoft non sembrano per nulla intimoriti: “La decisione presa dalla Corte di Appello non ha alcun peso ai fini del giudizio sul caso. Ci auguriamo di riuscire ad ottenere comunque una completa archiviazione in aula”. ( L.A. )