Non c’è che da sperare nel buon senso del tribunale che li giudicherà: due ragazzi di Bologna, uno dei quali è un minorenne, hanno ammesso di aver violato dal proprio computer di casa il sistema di una loro professoressa di informatica, a caccia di soluzioni per i compiti in classe.
L’ammissione è arrivata dopo una denuncia contro ignoti, presentata dalla docente che si era resa conto che qualcuno aveva sottratto i suoi dati di accesso, e dopo mesi di indagine da parte della Polizia Postale dell’Emilia Romagna. Una volta individuati, i due sono stati denunciati per accesso abusivo a sistema informatico , un reato punito con severità dall’ordinamento italiano e che, qualora non intervenissero attenuanti di sorta, potrebbe significare una condanna a tre anni di carcere.
I due alunni, iscritti ad una scuola superiore del capoluogo emiliano, avrebbero compiuto le proprie incursioni alla fine dello scorso anno scolastico. La docente si era resa conto che qualcosa era accaduto perché aveva notato prima un accesso non autorizzato alla propria casella di posta elettronica e poi si è vista attribuire un pagamento per un oggetto acquistato su eBay.
Una volta che i cybercop emiliani sono risaliti ai due, entrambi sono stati sottoposti ad interrogatorio. Da quanto è stato riferito, i due giovani hanno ammesso l’accesso al computer e lo scopo dell’incursione, quello di impadronirsi delle informazioni sui compiti in classe, e hanno anche specificato di non aver trovato i materiali che cercavano.
Stando agli inquirenti, si tratta di due smanettoni con una certa capacità che in passato (ma la scuola in quella occasione aveva scelto di non presentare denuncia) avrebbero tentato un’azione di badhamiana memoria : modificare i voti di alcuni compagni accedendo al sistema informatico solastico.
Ancora non si sa quando si terrà la prima udienza del procedimento a loro carico.