Il cosiddetto “Bonus Cultura” è stato a quanto pare al centro di alcuni screzi in occasione del Consiglio dei Ministri numero 44 nel quale è stata approntata la Legge di Bilancio per l’anno venturo. La disputa è stata all’insegna dei termini entro cui il progetto poteva essere finanziato: in attesa di dettagli operativi, il tutto è stato comunque approvato così come indicato in modo stringato dalla stessa comunicazione di Palazzo Chigi:
Giovani: È previsto il finanziamento permanente del Bonus Cultura per i diciottenni.
Il Bonus Cultura nasce con il Governo Renzi e si poneva più obiettivi: in primis finanziare investimenti culturali, il che equivale ad uno stimolo indiretto per un settore perennemente in difficoltà; inoltre la misura cercava di portare i più giovani alla creazione di uno SPID, base della loro cittadinanza digitale futura. A distanza di anni, e nel mezzo di un ripensamento generale delle iniziative in conseguenza del periodo pandemico, il progetto 18app è entrato in discussione, ma ha infine trovato l’appoggio del Governo.
Bonus Cultura, le novità dal 2022
Il Bonus Cultura (fieramente difeso in Consiglio dei Ministri da Dario Franceschini) a partire dal 2022 diventerà una misura strutturale per la quale il finanziamento iniziale è previsto in 230 milioni di euro. Potranno avvalersene i diciottenni ottenendo un bonus pari a 500 euro per teatri, cinema, musica, concerti, quotidiani, libri, musei, parchi e altro ancora. Il fatto che la misura diventi strutturale amplia la portata del primo progetto, ma al tempo stesso impone un nuovo limite rispetto al passato: il bonus potrà essere ottenuto soltanto in presenza di un ISEE al di sotto dei 25 mila euro.
Lo scontro in Consiglio dei Ministri sarebbe avvenuto proprio su questo punto, con Franceschini sulle barricate per ampliare il diritto all’intera platea (cosa che avrebbe evitato di favorire più gli evasori fiscali che non onesti cittadini) e Mario Draghi sulla difensiva (secondo il Presidente del Consiglio un bonus diventa efficace anzitutto quando è prezioso e non semplicemente un modo per acquistare beni di cui non si sente la necessità o per i quali non si sarebbe altrimenti disposti a investire). Un colpo al cerchio e una alla botte: 18app confermata e resa strutturale, ma limitata nella portata.
Nel frattempo iniziano a emergere i primi casi di noti abusi dello strumento, con esercenti che hanno messo in pratica raggiri truffaldini con i quali si chiedeva la spesa del bonus su merce compatibile con la misura, salvo poi effettuare il reso e accedere così a beni del tutto estranei alla misura stessa. Fatto il bonus, trovato l’inganno. Ma le sanzioni comminate valgono da monito per tutti gli altri, affinché l’ennesimo bonus non possa veder annacquati i propri effetti tra le maglie del “furbetto” di turno.