Nasce come “bonus PC“, diventa rapidamente un “bonus banda larga“, si traveste da “Piano voucher” ed infine sfuma in un fallimento concettuale. La risposta estemporanea del Governo Conte alla chiusura delle scuole nacque come una buona idea (o almeno come una risposta del tutto necessaria alla forzata ed improvvisa chiusura delle scuole in pandemia), ma tempi e modalità di attuazione hanno trasformato quell’iniziativa in un ramo secco che oggi si dimostra per quello che è: utilissimo in pochi casi e poco più di questo.
Oggi quel ramo secco è un bonus fuori dal tempo, che non sembra più in alcun modo in grado di fornire una risposta plausibile ed inoltre anche cacofonico rispetto alle prospettive che il Governo manifesta. Insomma: se Mario Draghi vorrà darci un taglio, o almeno riformularne la proposta, difficilmente si alzeranno le barricate.
Bonus PC, bonus connettività
La sensazione è che si sia guardato più al dito che non alla Luna. Il dito ha dapprima indicato verso i PC, come elementi fondamentali per il supporto della DaD in tempo di emergenza. Il dito si è poi spostato verso la connettività, secondo puntello fondamentale per il supporto dei bambini che a casa non disponevano delle risorse necessarie e degli strumenti utili al collegamento. Sebbene entrambe le indicazioni fossero di per sé stesse valide, hanno portato a perdere di vista la Luna, ossia l’evoluzione del contesto scolastico e della figura del bambino. A distanza di mesi ci si trova con le scuole aperte, con PC inutilizzati, con milioni di euro bloccati in uno stanziamento non utilizzato e con un progetto di fatto arenatosi nei propri stessi limiti.
Coloro i quali hanno avviato il voucher hanno oggi in mano una strumentazione che in molti casi non utilizzano; coloro i quali non ne hanno fatta richiesta (per un ISEE troppo alto o per un qualche limite ulteriore a livello familiare) non ne avranno più utilità. Ma oggi non è più possibile modificare il modo in cui il bonus è stato pensato: PC e connettività vanno a braccetto creando un limite, come se fossero un boccone troppo grande per famiglie che oggi non hanno più stringenti necessità se non la limitazione di ogni qualsivoglia costo residuo.
Se è vero che (come da indagine Consumerismo No Profit) solo il 33,5% delle risorse è stato utilizzato, il significato è uno solo: il bonus non era stato ben disegnato e l’invadenza delle Telco non ha di certo aiutato.
Dei 200 milioni di euro stanziati dal Governo per destinare 500 euro di incentivo per l’acquisto di pc e tablet alle famiglie con Isee inferiore a 20mila euro, solo 66,9 milioni di euro (il 33,5% del totale) sono stati ad oggi spesi dagli utenti. Il 6,5% del totale, pari a 12,9 milioni di euro è stato invece “prenotato”: questo significa che rimangono giacenti 120 milioni di euro (il 60% delle risorse stanziate) ancora inutilizzati, a dimostrazione del flop del Bonus Pc, che non ha incontrato il favore dei consumatori
Luigi Gabriele, presidente Consumerismo
Piano Voucher, le offerte attive
Coloro i quali possano ancora averne necessità, possono portare avanti le proprie domande sfruttando le offerte ancora disponibili:
- Vodafone (19,90 euro al mese)
- TIM (19,90 euro al mese)
- Wind 3 (come richiederlo)
I mesi della pandemia hanno creato gravi problemi per i bambini che vivono in famiglie con difficoltà economiche, problemi sociali e gap culturale. Sono molti i minori che in questo anno di DaD hanno perso il contatto con la formazione ed il loro recupero non sarà semplice nei mesi a venire. Il “bonus PC” voleva essere uno strumento utile in questi casi, ma la sola fotografia dell’ISEE non è certo stata il miglior canale per arrivare a tutti. Nemmeno l’intermediazione delle scuole a volte ci è riuscita, lasciando alcune sacche al di fuori da questa opportunità.
La scadenza del bonus è fissata al mese di ottobre. Potrà ancora accompagnare l’inizio del prossimo anno scolastico, dopodiché non sarà sicuramente rinnovato. Restano le giacenze ancora disponibili, per le quali si spera che se ne possa fare uso per casi di particolare difficoltà. E restano le occasioni perse, ovviamente.
Una buona idea che poteva trovare migliore realizzazione, insomma, ma come sempre i giudizi sono favoriti dal senno del poi. E il senno del poi non può che essere tranchant nei confronti del voucher: è venuto il momento degli ultimi appelli per quanti possano averne ancora bisogno, dopodiché andrà rimosso e archiviato. Insieme alle cause che lo hanno determinato, si spera.