Diversi soggetti, tra cui Authors Guild, Amazon e American Publisher Association, hanno presentato presso la Southern District Court di New York le obiezioni all’accordo proposto da Google nell’ambito dell’ affaire Book Search.
Il progetto di BigG di creare una propria immensa biblioteca digitale continua a non piacere anche in Europa, dove anche gli editori italiani, fra gli altri, si sono sempre opposti alle modalità con cui Google intende gestire le opere orfane. I 125 milioni di dollari con i quali Google sperava di archiviare la controversia non hanno impressionato gli editori, che hanno finora mantenuto la propria posizione rispetto ai termini dell’accordo.
L’Associazione Italiana Editori (AIE) per voce del presidente Marco Polillo non approva l’estensione di alcuni benefici ai soli editori di Canada, Australia e Regno Unito: “È incongruo che i benefici accordati dal nuovo settlement ad autori ed editori di Regno Unito, Canada e Australia, per esempio in termini di partecipazione agli organi direttivi del Book Registry, o – continua Polillo – nell’uso di banche dati specifiche di quei paesi per la determinazione dello status di fuori commercio, non siano estesi anche ad autori ed editori italiani che continuano a essere inclusi nel settlement “.
Tuttavia quello degli editori italiani non sembra essere un niet definitivo a Book Search: “Le obiezioni presentate non significano che gli editori italiani sono contro il futuro e l’innovazione: siamo contro ciò che non li rispetta. Le soluzioni per includere i libri europei nel rispetto del diritto d’autore ci sono. Per riuscire nell’obiettivo – prosegue Polillo – Google ha dichiarato più volte di voler utilizzare Arrow , il progetto europeo che a breve, a maggio, avrà pronta una prima architettura. Noi, in quanto capofila del progetto, siamo pronti a collaborare”.
Giorgio Pontico