A partire da oggi, Booking deve rispettare tutte le disposizioni del Digital Markets Act (DMA). L’azienda olandese era stata designata come gatekeeper il 13 maggio 2024 e ha avuto sei mesi di tempo per adeguarsi al DMA, offrendo maggiore scelta e libertà a consumatori e utenti business. La Commissione europea ha elencato due divieti e due obblighi.
Vietate le clausole di “parità”
La designazione di Booking ha portato a sette il numero dei gatekeeper (gli altri sono Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft) che devono rispettare tutti gli obblighi del DMA. Anche l’azienda olandese ha quindi inviato un report con le misure implementate.
La Commissione europea ha elencato due divieti e due obblighi principali. Booking non può imporre le cosiddette clausole di “parità”. Ciò significa che gli hotel sono liberi di offrire prezzi più bassi sui propri siti o su quelli di altri servizi di intermediazione online. Sullo stesso argomento è stata avviata un’indagine antitrust in Italia (Booking ha proposto una serie di impegni).
L’azienda non deve però introdurre misure con lo stesso effetto delle suddette clausole, come l’aumento delle commissioni o l’eliminazione delle offerte. Altre piattaforme possono così competere a condizioni più eque, garantendo prezzi più bassi.
Gli hotel e altri servizi di viaggio avranno accesso in tempo reale e ininterrotto ai dati che loro e i loro clienti generano tramite Booking.com. Infine, i clienti business possono trasferire i dati generati su Booking.com su piattaforme alternative. In questo modo, gli hotel e altri fornitori di servizi di viaggio potranno sviluppare offerte più innovative e personalizzate.
La Commissione europea analizzerà il report e verificherà se le misure sono efficaci. In caso di violazione del DMA, Booking potrebbe ricevere sanzioni fino al 10% delle entrate globali annuali (20% per violazioni ripetute).