Nei giorni scorsi alla WWDC 2020 è giunta l’attesa conferma del passaggio ai processori ARM realizzati internamente dal gruppo di Cupertino per i computer della linea Mac. Una transizione che secondo le stime richiederà circa due anni per arrivare a completamento su tutta la line-up. Dalla documentazione pubblicata si apprende che in seguito Boot Camp non consentirà più di installare una copia di Windows.
Mac ARM: Boot Camp non permetterà di installare Windows
Un documento del supporto (link a fondo articolo) riferito a Rosetta, il software di emulazione in grado di adattare il codice scritto per hardware Intel alla nuova architettura, specifica che il funzionamento non è previsto per le “applicazioni Virtual Machine che virtualizzano piattaforme computer x86_64”.
Va precisato che Boot Camp continuerà a funzionare come oggi sui Mac con CPU Intel, inclusi quelli già in circolazione e anche in seguito alla ricezione dell’aggiornamento che porterà il sistema operativo alla nuova versione Big Sur anch’essa annunciata alla Worldwide Developers Conference di inizio settimana.
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Nel corso dell’evento Apple ha mostrato Linux in esecuzione su un computer con hardware ARM, ma questo perché la piattaforma del pinguino è già distribuita in edizioni compatibili con l’architettura. Lo è in verità anche Windows 10 con la sua incarnazione “for ARM”, resa però ufficialmente disponibile solo ed esclusivamente a produttori come Samsung, HP, ASUS e Dell per essere preinstallata sui prodotti commercializzati.
La palla passa dunque nelle mani di Microsoft: sta al gruppo di Redmond decidere se rilasciare o meno le immagini del sistema operativo così da consentirne l’installazione senza costringere gli utenti a ricorrere a workaround o metodi non ufficiali.