Nel mondo dell’ingegneria robotica, mostrare solo i successi non rende giustizia agli sforzi compiuti per ottenere quei risultati straordinari. Spesso, dietro a ogni scatto perfetto, si celano anni di tentativi ed errori per far apparire i robot al meglio davanti alla telecamera. Condividendo esclusivamente i momenti di trionfo, si rischia di creare aspettative irrealistiche. La verità è che i robot umanoidi cadono, proprio come noi esseri umani.
Cadere per imparare
Pras Velagapudi, il nuovo CTO di Agility, sostiene che osservare i robot cadere durante il lavoro in questa fase sia in realtà un segnale positivo. Quando un robot opera nel mondo reale, affrontando situazioni inaspettate, le cadute sono inevitabili. Tuttavia, questi episodi fanno parte del processo di apprendimento necessario per un funzionamento prolungato in ambienti autentici. Le cadute dimostrano che non si sta mettendo in scena nulla, ma si sta affrontando la realtà in modo genuino.
Proprio come gli esseri umani, anche i robot devono imparare a cadere in modo da minimizzare i danni. Le regole di Harvard per cadere in sicurezza riflettono ciò che istintivamente comprendiamo: proteggere la testa, usare il peso per dirigere la caduta, piegare le ginocchia ed evitare di coinvolgere altre persone. Aaron Saunders, CTO di Boston Dynamics, ha dichiarato che l’azienda non teme le cadute e non tratta i robot come se fossero fragili. Al contrario, i loro robot cadono spesso, e questo è stato un punto di partenza fondamentale per costruire macchine in grado di cadere senza rompersi. Solo affrontando i guasti si possono fare progressi fino a ridurre significativamente le cadute.
La capacità di rialzarsi da una posizione completamente prona è un’abilità cruciale per i robot. Robert Playter, CEO di Boston Dynamics, sottolinea che questa mossa appariscente non è solo una dimostrazione di forza, ma ha applicazioni pratiche. I robot cadranno inevitabilmente, e devono essere in grado di rialzarsi da qualsiasi posizione.
L’esperienza di Spot
Gran parte delle conoscenze di Boston Dynamics sulle cadute proviene da Spot, il loro robot quadrupede. Nonostante la maggiore stabilità rispetto ai robot bipedi, anche Spot cade occasionalmente durante le sue numerose ore di lavoro in condizioni reali.
Playter rivela che Spot percorre circa 70.000 km all’anno sui pavimenti delle fabbriche, effettuando circa 100.000 ispezioni al mese. Sebbene il tasso di caduta sia stato notevolmente ridotto, capita ancora una volta ogni 100-200 km. La chiave è essere in grado di rialzarsi e continuare il lavoro.
Osservando i video di Atlas, il robot umanoide di Boston Dynamics, è difficile non provare una certa empatia. La sua caduta assomiglia a quella di un essere umano, con le estremità raccolte vicino al corpo per proteggersi da ulteriori danni. Anche Agility, un’altra azienda di robotica, ha discusso del ruolo delle braccia nelle cadute quando le ha aggiunte al suo robot Digit nel 2019. Le braccia servono sia per muoversi nel mondo, ad esempio per rialzarsi dopo una caduta o per mantenere l’equilibrio, sia per manipolare o trasportare oggetti.