Dagli esordi con l’album omonimo del 1967 fino al testamento di Blackstar con cui si è congedato da questa dimensione e al postumo Toy appena pubblicato, l’intera opera discografica di David Bowie è stata ceduta dagli eredi del Duca Bianco nelle mani di Warner Chappell Music. Le parti sono dunque giunte a un accordo dopo mesi di trattative, concludendo una transazione dal valore economico quantificato in oltre 250 milioni di dollari.
La musica di David Bowie a Warner Chapell
A lanciare la notizia è stata la redazione di Variety, quando manca una settimana esatta al quinto anniversario dalla scomparsa (10 gennaio) e a pochi giorni dalle celebrazioni per quello che sarebbe stato il suo 75esimo compleanno (8 gennaio). Inclusi nel pacchetto anche i due dischi firmati dai Tin Machine tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, tutti i singoli, i lavori destinati alle colonne sonore e gli altri progetti. Everything, letteralmente.
In quasi mezzo secolo di carriera, Bowie ha attraversato e influenzato ogni sorta di evoluzione della musica rock, dando vita a personaggi iconici (Ziggy Startust e Major Tom su tutti) poi volutamente disintegrati per intraprendere nuovi percorsi artistici, spaziando dalle contaminazioni folk all’elettronica più spinta, mettendo inoltre la firma sulle produzioni di alcuni illustri colleghi come Iggy Pop e Lou Reed, dedicandosi anche al cinema con pellicole come L’uomo che cadde sulla Terra, Labyrinth e The Prestige.
Non è un caso isolato. In un’era che vede l’industria discografica far sempre più leva su nuove dinamiche per generare profitti dopo un lungo periodo di stanca e declino del supporto fisico (fatta eccezione per il ritorno del vinile), basate anzitutto sullo streaming, alcuni nomi importanti come Bruce Springsteen, Bob Dylan e Paul Simon (o chi per loro) hanno scelto di fare altrettanto, cedendo i propri cataloghi a Sony e Universal rispettivamente per 500, 400 e 250 milioni di dollari.