Il Marco Civil , la legge-quadro brasiliana che fissa i principi fondamentali dei diritti e dei doveri dei netizen, ispiratrice dell’iniziativa italiana del Bill of Rights, è molto ambiziosa ma non immune da problemi: che emergono naturalmente in fase di applicazione e dalle interpretazioni che se ne vorrebbero fare.
L’ultimo caso vede diventare oggetto di critica la parte relativa alla data retention ed ad alcune forme di pressioni che prevede per gli operatori della Rete.
A sollevare il caso, il giudice brasiliano Luiz de Moura Correia che ha ordinato ad un ISP locale di bloccare entro 24 ore l’applicazione WhatsApp, un’ingiunzione necessaria a “spingerla a collaborare con la polizia nel corso di alcune indagini”: si tratta di una decisione che nel paese trova precedenti noti come il blocco di YouTube del 2007 per ottenere la rimozione di un video contestato di una famosa supermodella e quello del 2012 di Google (con arresto del vertice di Google Brasil) per la mancata rimozione di video critici per un candidato sindaco.
La richiesta nei confronti di Whatsapp, tuttavia, sembra differente per un aspetto: essa, infatti, ha senso grazie all’obbligo di conservazione dei dati previsto dal Marco Civil. La volontà delle autorità di far pressione sull’app è conseguente alle previsioni della costituzione di Internet brasiliana e la stessa legge prevede alcune misure (come appunto la sospensione, oltre alle multe ed agli ammonimenti) con cui le autorità possono punire gli operatori trovati in violazione.
L’associazione a tutela dei diritti online EFF ( Electronic Frontier Foundation ) spiega così le pericolose derive di una legge mal applicata: “Il Marco Civil del Brasile contiene parole vigorose a protezione della libertà di espressione, nonché a favore di una rete stabile, sicura e neutrale: tuttavia una buona legge su Internet può velocemente diventare cattiva se applicata incorrettamente o non appropriatamente”.
D’altra parte il tentativo portato avanti – e tempestivamente bloccato in appello – dal giudice Correia appare del tutto spropositato: la misura avrebbe tagliato fuori dal servizio tutti gli utenti legittimati ad usarlo. Inoltre, a parte il Marco Civil, il Brasile ha sottoscritto tutta una serie di convenzioni internazionali sui diritti civili ed i diritti umani che tutelano la libertà di espressione e prevedono paletti ferrei a tutele per i cittadini della Rete.
Claudio Tamburrino