Roma – Marco Cappato, deputato europeo radicale, ha scritto una lettera aperta a Lucio Stanca, ministro italiano per l’Innovazione e le Tecnologie, per sottolineare l’importanza delle decisioni che sarà chiamato a prendere il Consiglio dei Ministri dell’UE dell’17/18 maggio. In quell’occasione i Ministri europei dovranno esaminare una proposta della Presidenza irlandese in materia di brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici che rigetta tutti gli emendamenti introdotti dal Parlamento Europeo che limitavano la brevettabilità , reintroducendo un linguaggio vago, e la possibilità di brevettabilità diretta di programmi per elaboratori, strutture dati e descrizioni di processi aggiunti (sulla questione vedi anche Brevetti, appello ai cittadini dell’Unione ).
Cappato chiede al Governo italiano di confermare le posizioni espresse dall’Europarlamento in settembre e di assicurare che il software puro sia escluso , come previsto dalla Convenzione europea sui brevetti, dal campo della brevettabilità.
Di seguito il testo della lettera inviata a Stanca
“Egregio Ministro Stanca,
Il 24 settembre 2003 il Parlamento europeo approvò una proposta di Direttiva in materia di brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici (rapporto McCarthy). Il testo licenziato dal PE impedisce di brevettare il software puro in quanto tale . Permette, invece, la brevettabilità d’invenzioni, d’apparecchi fisici che si basano sul software per il loro funzionamento, riavvicinando così il brevetto alla sua natura originaria, vale a dire alla protezione delle invenzioni non dei concetti astratti, di cui il software è una forma particolare.
La Convenzione europea sui brevetti esclude esplicitamente la possibilità di brevettare i software per un motivo ben preciso: essi, come le formule matematiche o le sinfonie musicali, appartengono al campo dell’organizzazione delle idee e della loro trasformazione . I programmi informatici, infatti, non sono altro che la traduzione, in un linguaggio comprensibile ad una macchina, d’idee e formule matematiche.
Pochi giorni dopo quell’approvazione, il 27 ottobre, assieme ad Emma Bonino, Le scrivemmo per sottoporre alla Sua attenzione il pericolo rappresentato dalle decisioni che il Consiglio dell’Unione europea avrebbe potuto prendere in tale materia, invitandola a confermare gli indirizzi espressi dal PE con il voto di settembre.
Rispondendo alla Nostra lettera sia Lei che il suo collega Rocco Buttiglione assicuraste che il Governo italiano avrebbe “analizzato con molta attenzione le proposta del Parlamento europeo” e che data la delicatezza del tema andasse fatto “ogni sforzo per procedere in accordo tra Parlamento e Consiglio”.
Le notizie che ci giungono dal Consiglio, tuttavia, non ci fanno ben sperare. Mercoledì scorso la Presidenza irlandese è riuscita ad assicurarsi una maggioranza qualificata per una controproposta alla direttiva sui brevetti software , cui solo in pochi, tra cui Belgio e Germania, hanno opposto resistenza. Il nuovo testo propone di rigettare tutti gli emendamenti introdotti dal Parlamento Europeo che limitavano la brevettabilità, reintroducendo un linguaggio vago, e la possibilità di brevettabilità diretta di programmi per elaboratori , strutture dati e descrizioni di processi aggiunti.
Il 17 maggio il Consiglio dei Ministri dell’UE sarà chiamato a pronunciarsi sulla proposta irlandese. E’ per questi motivi che chiediamo a Lei – o, naturalmente, a chi al suo posto si trovasse a rappresentare il nostro Paese nel Consiglio Competitività (Mercato Interno, Industria e Ricerca) del 17 / 18 maggio – di opporsi a tale proposta e chiederne una profonda revisione che si basi sulla discussione ed il voto maturato nel settembre dello scorso anno nel Parlamento europeo.
La mobilitazione che, anche in Italia, ha portato migliaia di semplici cittadini, professori universitari, programmatori e rappresentanti di piccole e medie imprese del settore ad esprimersi contro la proposta di Direttiva della Commissione, la petizione al PE “Per un’Europa libera dalla brevettabilità dei software” sottoscritta da 250 mila cittadini europei , nonché la trasversalità d’opinioni esistenti all’interno del mondo politico, sono segnali da non sottovalutare.
Ci auguriamo che Lei voglia portare nel Consiglio dei Ministri UE della settimana prossima la voce dei tanti che nella società civile, accademica ed imprenditoriale si sono espressi a favore del testo licenziato dal Parlamento europeo. Se tali voci non venissero tenute in considerazione, la democrazia europea vivrebbe certamente una delle sue giornate peggiori”.