Una piccola società americana con base in Texas, la Information Protection and Authentication of Texas (IPAT), ha fatto causa a Microsoft, Symantec e venti altre aziende accusandole di violare un brevetto da lei registrato nella metà degli anni ’90. A riportarlo è Ars Technica , secondo la quale la causa è stata presentata il 30 dicembre scorso presso la Corte distrettuale orientale del Texas.
Il brevetto in questione, con numero 5412717 , descrive metodi e apparati “per limitare la capacità di un programma in esecuzione di utilizzare alcune risorse predefinite”, quali file di dati, funzionalità di scrittura su disco ecc. Il brevetto di IPAT descrive anche un sistema di controllo che, in coppia con un database, definisce e applica ai programmi una serie di autorizzazioni e permessi.
IPAT ci tiene a precisare che i concetti contemplati nel proprio brevetto vanno ben oltre la semplice protezione dei file resa celebre da Unix e oggi presente in tutti i sistemi operativi. Il suo sistema è infatti in grado di monitorare costantemente un’applicazione e di regolarne nel dettaglio il comportamento, limitandone ad esempio l’accesso a certi dati o il tipo e il numero massimo di operazioni.
Nessuna delle aziende citate in giudizio sembra implementare per intero la tecnologia descritta nel brevetto ‘717 , ma evidentemente IPAT ritiene che parti di quest’ultimo siano state utilizzate nei software delle terze parti.
Tra le 22 aziende querelate dalla società texana compaiono anche AVG Technologies USA, F-Secure, Novell e PC Tools.