Ripartiti in contropiede, i legali di Google hanno puntato l’area brevettuale di British Telecom con due denunce negli Stati Uniti e nel Regno Unito. L’azienda di Mountain View ha accusato la telco britannica – insieme a Ipanema Technologies, rivenditore autorizzato dei suoi servizi IT – di sfruttamento indebito della proprietà intellettuale, in violazione di un pacchetto di quattro brevetti relativi a specifiche tecnologie per il trasferimento di file all’interno di una rete informatica .
Alla fine del 2011, la stessa British Telecom aveva denunciato BigG per violazione di sei brevetti nel settore delle telecomunicazioni e nello specifico per l’invio di informazioni geolocalizzate a sistemi di navigazione. La telco d’Albione aveva così puntato il dito contro popolari piattaforme controllate da Mountain View, tra cui Google Music e il social network Google+. Al tribunale del Delaware era stata chiesta un’ingiunzione preliminare volta a bloccare la distribuzione statunitense dei prodotti ritenuti in violazione di brevetto .
Dopo averli acquisiti da società come IBM e Fujitsu, Google ha impugnato i suoi quattro brevetti per avviare la causa legale contro British Telecom. L’azienda californiana ha accusato la telco di pratiche molto vicine al cosiddetto patent trolling , avendo armato società terze per denunciare a raffica le più svariate aziende high-tech .
In un breve comunicato diramato dalla Grande G si denuncia come i vertici di British Telecom avrebbero presentato richieste prive di fondamento contro i servizi digitali made in Mountain View . “Lavoriamo sempre sodo per evitare l’avvio di cause legali”, ha assicurato un portavoce dell’azienda statunitense. Le due denunce contro BT – il testo di quella britannica non è ancora pubblico – rappresenterebbero esclusivamente una forma di difesa dagli attacchi precedenti della telco.
Mauro Vecchio