Google ha aggiornato il suo strumento di traduzione automatica dedicato ai brevetti europei che è entrato a far parte del servizio dello European Patent Office ( EPO ) Espacenet .
Il nuovo servizio è ribattezzato “Patent Translate” e concretizza l’ accordo siglato da Mountain View con l’ EPO in base al quale Google ha ottenuto l’accesso a più di 1,5 milioni di documenti brevettuali e in cambio ha messo a disposizione la sua tecnologia di traduzione automatica.
Grazie all’aggiornamento, anche se il video preparato da Mountain View risulta al momento rimosso, il servizio di Google sembra ora in grado di offrire una versione accettabile della traduzione dei termini tecnici altamente specifici impiegati nelle rivendicazioni dei brevetti nelle diverse lingue .
Per chi è incappato in traduzioni curiose (se non completamente senza senso) prodotte dal servizio automatico e dalla difficoltà nel discernere il significato delle parole da contestualizzare, è facile capire come si tratti semplicemente di uno strumento ausiliare allo studio dei diversi brevetti depositati in Europa e non di una funzione ufficiale: non dovrebbe, insomma, rappresentare una novità rispetto alla procedura che devono affrontare inventori ed avvocati brevettuali che si trovano ad aver a che fare con l’EPO.
La Commissione Europea, tuttavia, ha in passato proposto , nell’ottica dell’abbattimento dei costi della burocrazia dell’EPO e dell’uniformazione dei sistemi brevettuali dei 27 paesi dell’Unione, di introdurre nel sistema la possibilità per gli inventori (che devono depositare il brevetto con una traduzione ufficiale e costosa delle rivendicazioni non solo nelle tre lingue ufficiali dell’EPO, inglese, francese e tedesco, ma anche nella lingua di ogni Paese a cui si vuole estendere la validità del brevetto in questione) di rivolgersi a sistemi di traduzione automatica “di alta qualità”.
L’UE ha collateralmente finanziato anche il progetto PLuTo ( Patent Language Translations Online ) che ha l’obiettivo di sviluppare uno strumento di traduzione di livello destinata ai brevetti: per questo la proposta di Google potrebbe rappresentare una sperimentazione della strada che si intende provare a seguire in futuro.
Claudio Tamburrino